sabato 22 luglio 2017
Il governatore del Lazio: siamo in emergenza, tra 7 giorni acqua finita. La replica della società pubblica: dal 28 acqua razionalizzata, da Regione atto illegittimo. La Raggi media: trovare soluzione
Scontro Zingaretti-Acea sull'acqua di Roma
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Una bomba d’acqua. È proprio il caso di dirlo. L’allarme emergenza idrica che la Capitale sta vivendo da qualche settimana, con annesso abbassamento del lago di Bracciano da cui arriva il rifornimento per una parte della città sotto il livello di guardia, ora si trasforma in vera e propria tragedia. Con queste parole infatti l’ha definita il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, aggiungendo che «l’acqua a Roma sta finendo», che «il livello del lago di Bracciano si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale». Ma è
il passaggio successivo del suo ragionamento a preoccupare:«Abbiamo tempo 7 giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi».

La replica di Acea

In realtà l’Acea, come spiega il responsabile Ato2 Paolo Saccani, ormai preleva solo l’8% dell’acqua dal lago di Bracciano, con un
abbassamento di soli 1,5 millimetri al giorno e dal 28 luglio ha già previsto un razionamento delle forniture idriche in città. Ma è «l’atto abnorme illegittimo, ma soprattutto inutile» del governatore Zingaretti ad accendere lo scontro con la società pubblica che gestisce il servizio idrico nella Capitale. «In 7 giorni – continua Sacconi - non troveremo altra soluzione che razionare l'acqua a 1,5 milioni di romani, alle attività produttive, turistiche, ai palazzi delle istituzioni, al Vaticano: questo succederà. Non faremo il bene dell'immagine della Capitale d'Italia».

La mediazione della Raggi

Nel ruolo di mediatore, per una volta, il sindaco di Roma Virginia Raggi che chiede «sia fatto tutto il possibile per assicurare l'acqua
ai cittadini, agli ospedali, ai vigili del fuoco, alle attività commerciali». La speranza adesso, è il suo augurio, è che Regione e Acea «trovino quanto prima una soluzione condivisa. Va fatto quanto necessario per aiutare e tutelare oltre un milione di romani».

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