giovedì 20 agosto 2020
Per il Comitato tecnico scientifico, il distanziamento di un metro rimane centrale nel progetto di rientro, in presenza e in sicurezza, il 14 settembre. Protezione obbligatoria sempre, dai 6 anni
Una bimba tedesca va a scuola con la mascherina

Una bimba tedesca va a scuola con la mascherina - Reuters

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«Garantire quanto prima in tutte le scuole il necessario distanziamento interpersonale». È questo l’obiettivo da centrare a tutti i costi, per assicurare una ripresa, in sicurezza, delle scuole il 14 settembre, «una priorità assoluta per il Paese». Lo hanno confermato il Comitato tecnico scientifico, il Commissario all’emergenza e i ministeri di Istruzione e Salute, al termine di un nuovo vertice tenutosi ieri pomeriggio. Riunione che è servita per ribadire il parere del Cts del 12 agosto, secondo cui il distanziamento di almeno un metro tra le «rime buccali» degli alunni, «rimane uno dei punti di primaria importanza nelle azioni di prevenzione del contenimento epidemico».

A questo proposito, si legge nella nota diffusa al termine della riunione, «è stato riconosciuto il grande lavoro già fatto, in un’ottica di prevenzione, sulla logistica infrastrutturale, nonostante le note problematiche di edilizia scolastica presenti in determinate realtà territoriali frutto di anni di scarsa attenzione al settore dell’istruzione».

Il lavoro di queste settimane, prosegue il comunicato è rivolto a «identificare spazi che possano utilmente complementare quelli esistenti», oltre che «all’acquisizione dei banchi (che arriveranno a partire dall’8 settembre e la cui distribuzione sarà completata nel mese di ottobre sull’intero territorio nazionale)» e «identificare percorsi che disciplinino le entrate e le uscite degli studenti, nonché i movimenti all’interno degli istituti, in maniera da evitare assembramenti».

Centrale sarà anche l’utilizzo delle mascherine che, ha ribadito il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, dovranno essere sempre indossate all’interno della scuola, dagli alunni con età superiore ai 6 anni e potrà essere abbassata soltanto durante le interrogazioni o lo svolgimento di attività fisica. Dal 14 settembre, ha annunciato il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, saranno distribuiti 11 milioni di mascherine al giorno e 170mila litri di gel igienizzante alla settimana tra tutte le scuole italiane.

Per la gestione di casi di positività a scuola, gli esperti rimandano a nuovi documenti, «che saranno a breve resi pubblici», e «permetteranno ai dirigenti scolastici e ai rappresentanti per l’emergenza Covid-19 da loro nominati di gestire nella maniera più efficace l’eventuale identificazione di soggetti, siano essi studenti o personale scolastico, che risultino essere contagiati».

Al momento, quindi, l’unico riferimento è il protocollo di sicurezza sottoscritto il 6 agosto dal ministero dell’Istruzione e dai sindacati della scuola, che prevede che «la persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto».

Nel monitoraggio dei casi, sottolineano gli esperti, è previsto «un attivo coinvolgimento sia dei pediatri di libera scelta che dei medici di medicina generale, i quali saranno chiamati assieme ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie locali a garantire ottimale supporto alle scuole e gestione, secondo le normative vigenti, dei soggetti infettati da Sars-Cov-2 e dei loro contatti».

Infine, la nota del Cts conferma «che le preoccupazioni dei dirigenti scolastici per eventuali responsabilità non hanno motivo di esistere in base a quanto previsto dalla Legge 40 del 5 giugno 2020» sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro. Una precisazione che, però, non rassicura affatto i presidi. «Non riteniamo sufficiente quanto previsto dalla legge – sottolinea il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli –. Tale innovazione riguarda esclusivamente la responsabilità civilistica di cui all’articolo 2087 del Codice civile ed è sicuramente apprezzabile ma, più di tutto, ci preme la revisione del profilo di responsabilità penale datoriale che incombe sui dirigenti scolastici, come da noi segnalato più volte, già da prima dell’insorgenza della pandemìa».




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