venerdì 27 marzo 2020
È stato ricoverato la scorsa settimana all’ospedale “Infermi” della città romagnola: ha risposto alla terapia in modo sorprendente
Il signor P. è stato ricoverato la scorsa settimana all’ospedale 'Infermi' di Rimini: positivo al test Covid-19 e ha risposto alla terapia in modo sorprendente. Giovedì i suoi familiari lo hanno riportato a casa

Il signor P. è stato ricoverato la scorsa settimana all’ospedale 'Infermi' di Rimini: positivo al test Covid-19 e ha risposto alla terapia in modo sorprendente. Giovedì i suoi familiari lo hanno riportato a casa

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Il Signor P. è tornato a casa, dalla sua famiglia. Una storia positiva, per fortuna non l’unica, anche se di questi tempi e visto l’incedere senza tregua del virus, ce ne vorrebbero altre, tante altre. Ma c’è un particolare che rende unica questa storia: il Signor P. ha già vissuto un’altra pandemia mondiale, la famosa Spagnola. Lo attesta la sua carta d’identità: il Signor P. è nato nel 1919. Dunque, ha 101 anni. Il secolo breve vissuto quasi per intero e poi questo primo scorcio del nuovo millennio. Ha visto tutto, il signor P. Guerre, fame, dolore, progresso, crisi e resurrezioni. Valicata la barriera centenaria, il destino gli ha messo davanti questa nuova sfida, invisibile e terribile allo stesso momento. Con una tempra forgiata – chissà – da quelle difficoltà affrontate in passato, ha superato pure questa.

Il signor P. è stato ricoverato la scorsa settimana all’ospedale 'Infermi' di Rimini: positivo al test Covid-19. Positività «confermata da esami radiologici e analisi ematiche, e trattato con farmaci specifici per tale patologia, come da protocolli clinici» affermano dall’Ausl Romagna. In pochi giorni il nonno secolare è diventato 'la storia' anche per i medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario dell’Infermi. Lo hanno adottato, e ce lo immaginiamo il personale sanitario al momento delle dimissioni con gli occhi un po’ lucidi, ma felice a battere le mani. Sì, perché il Signor P. ha risposto alla terapia in maniera soddisfa- cente e quindi, anche a seguito di tampone negative, l’ospedale ha deciso di dimetterlo. Può tornare a casa e proseguire la cura a domicilio, seguendo il regime dell’isolamento domiciliare con monitoraggio e sorveglianza attiva da parte dell’Azienda Sanitaria.

Incarna l’umanità che non si arrende, il Signor P., ed è una storia positiva, per tutti. «È nei tempi più cupi che certe storie assumono significati più ampi del semplice racconto dei fatti. Diventano simboli. Di commozione o di sprone ma comunque narrazioni in cui riconoscersi, che si depositano nella memoria collettiva – ha detto il vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, che per prima ha diffuso quasi commossa la bella notizia –. Quella del Signor P. è una speranza per il futuro di tutti noi nel corpo di una persona ultracentenaria, quando le cronache tristi di queste settimane raccontano meccanicamente ogni giorno di un virus che si accanisce soprattutto sugli anziani». In un momento in cui si teme di non ricevere cure a sufficienza, di essere respinti da strutture sanitarie allo stremo e di poter essere scelto o meno tra i pazienti da curare, la storia del signor P. racconta anche di medici e operatori sanitari che si spendono fino all’ultimo senza lasciare indietro nessuno. Ogni vita ha il suo valore, la sua dignità e non è la carta d’identità a decretarlo. Il signor P. ce l’ha fatta. La famiglia – i figli, i nipoti – lo ha riportato a casa ieri sera.

«Ad insegnarci che neanche a 101 anni il futuro è scritto». C’è un’altra storia, in questa terra, che merita di essere raccontata: è quella di Claudia e della sua famiglia, che la quarantena l’hanno iniziata ben prima del 'coprifuoco' imposto dalle ordinanze. Anna Paola, la figlia minore, soffre di una grave malattia respiratoria e al respiratore è attaccata per diverse ore ogni giorno. Occorre proteggerla. Ma la 'reclusione' dentro quattro mura non impedisce a cuore e occhi di guardare lontano e di abbracciare chi è nel bisogno impellente. C’è necessità assoluta di mascherine e sono pressoché introvabili? Nel suo buen ritirodi Novafeltria, nella Valmarecchia riminese, Claudia ha trasformato il suo umanissimo slancio in una piccola, grande catena di solidarietà cittadina: mascherine fatte in casa con i suggerimenti della nonna, e fornite gratuitamente a medici e personale sanitario di tutta la vallata. «E se le realizzassi di cotone, com’erano fatte quelle chirurgiche di un tempo? Il cotone è lavabile, stirabile, quindi si sterilizza. E all’interno ogni volta posso inserire un panno usa e getta, così per renderla più filtrante». Il suo gesto di carità incontra l’interesse di medici e operatori sanitari. Ora il prototipo è finito negli ospedali della zona, che lo useranno per l’emergenza.

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