domenica 3 giugno 2018
Un piccolissimo simbolo di speranza nell’Italia dell’inverno demografico
Un poster raffigurante un neonato (Ansa)

Un poster raffigurante un neonato (Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

Una nascita nuova è sempre un evento eccezionale. Ma a Ca’ Sgarioli, minuscola frazione di Santa Maria della Versa (2.430 abitanti, zona rinomata per la produzione vitivinicola tanto che sono parecchie le famiglie che, avendo ereditato uno o più filari da generazioni, producono da sè bottiglie di pregio destinate ad amici e parenti) nel cuore dell’Oltrepo pavese, l’arrivo al mondo di Riccardo ha fatto davvero notizia: dopo 37 anni un bambino è nato e gli abitanti del piccolo borgo quasi nascosto tra il profumo del mosto e la vita di campagna sono passati da 8 a 9 unità.

Riccardo è nato il 31 maggio all’Ospedale San Matteo di Pavia. L’ultima nascita, nella frazione di Ca’ Sgarioli, risaliva al 1981, quando era venuta alla luce Silvia, che oggi vive e lavora in Inghilterra. Riccardo è il secondo figlio di Giorgio Perego, 37 anni, e Roberta Sedda, 36, coppia che non è originaria del posto ma è come se abitasse in zona da sempre: papà Giorgio, infatti, è nato a Milano, nella centralissima Piazza Cinque Giornate, la mamma invece è di origini sarde; a Ca’ Sgarioli la coppia, con al seguito la prima figlia nata nel 2013, è arrivata tre anni fa e ha acquistato casa in un cascinale, l’abitazione lombarda per eccellenza.

Ma il capo famiglia all’Oltrepo è particolarmente legato, essendovi arrivato praticamente per scelta all’età di 19 anni: Giorgio, infatti, fin da piccolo poco sopportava il caos della metropoli lombarda e cercava, quando poteva, di fuggire dal nonno, in campagna. Una vocazione naturale che non tarda a bussare alla porta della sua esistenza: quasi fosse un segno del destino il nonno, dopo la morte, aveva lasciato al giovane nipote un ettaro di terreno a Rovescala, in provincia di Pavia. E da qui è ripartita la nuova attività e anche la nuova vita di Giorgio, che è tornato in campagna (questa volta per consapevole scelta) e ha avviato una coltivazione speciale di antiche varietà di viti quasi perdute. Oggi, a 15 anni di distanza da quell’inizio un po’ da predestinato, la sua azienda biologica conta 12 ettari di terreno suddivisi tra vigne e piante di nocciole.

Il matrimonio con Roberta e la decisione di spostarsi da Donelasco (altra piccolissima frazione in zona) a Ca’ Sgarioli sono arrivati dopo. Nella frazione pavese, prima dell’arrivo della famiglia Perego, la persona più fresca d’età aveva almeno 70 primavere alle spalle. È come se, una volta tanto, le abitudini si siano invertite: dopo il caso, analogo a tante altre realtà fatte di piccoli borghi in tutta Italia, di tante giovani coppie che abbandonano i paesi in favore di vite 'a velocità superiore' nelle grandi città, a Ca’ Sgarioli si è provato con successo a fare il contrario, ovvero a ripensare la propria quotidianità scegliendo il silenzio della collina e il lavoro in campagna.

È grazie alla scelta controcorrente di papà e mamma che è arrivato dunque il piccolo Riccardo, diventato velocemente un piccolissimo simbolo di speranza nell’Italia dell’inverno demografico.

Intanto, il mistero della gioia della nascita si rinnova e il silenzio delle dolci colline verdi di vigneti e prati dell’Oltrepo farà al piccolo Riccardo da ninnananna, insieme alla voce di mamma e papà e a quella degli abitanti del piccolo borgo oltrepadano, entusiasti della vita che scorre.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: