mercoledì 24 giugno 2020
C’è anche il vescovo emerito Giovanni Paolo Gibertini tra le 18 salme che la Procura ha disposto siano riesumate per l’effettuazione dell'autopsia. Monsignor Camisasca "contrariato"
Il vescovo emerito Giovanni Paolo Gibertini in una foto di archivio

Il vescovo emerito Giovanni Paolo Gibertini in una foto di archivio

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C’è anche il vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla, il benedettino Giovanni Paolo Gibertini, tra le diciotto salme che la Procura di Reggio Emilia ha disposto siano riesumate per l’effettuazione dell’autopsia, nell’ambito dell’inchiesta sui decessi di persone anziane ospiti della 'Fondazione Casa della Carità San Giuseppe' di Montecchio Emilia, avvenuti tra febbraio e aprile 2020, nelle settimane più difficili della pandemia causata dal Covid-19.

In un comunicato stampa il vescovo diocesano Massimo Camisasca si è detto «contrariato e molto perplesso» per questa decisione, tenuto conto che monsignor Gibertini, deceduto il 3 aprile scorso, un mese prima del compimento del 98° anno di età, era ricoverato da molti anni presso la Casa della Carità 'San Giuseppe' di Montecchio e che era già malato e debilitato.

Nella stessa nota monsignor Camisasca, a nome della diocesi, esprime piena solidarietà a don Angelo Orlandini, parroco di Montecchio e presidente della Fondazione, e alle altre quattro persone raggiunte da avviso di garanzia per due ipotesi di reato: omicidio colposo e delitto colposo contro la salute pubblica. Si tratta di Fabrizio Bolondi, direttore della Fondazione, Beatrice Golinelli, dirigente, Andrea Muzzioli, responsabile del servizio di prevenzione e di protezione, e Paolo Formentini, medico del lavoro. Il vescovo Camisasca manifesta piena fiducia nell’indagine della Procura reggiana, certo che la correttezza del lavoro svolto presso la Casa della Carità San Giuseppe di Montecchio emergerà rapidamente.

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