lunedì 11 giugno 2018
Le organizzazioni cattoliche sul caso della nave con 629 profughi a bordo, respinta dai porti italiani e infine accolta dalla Spagna
Il cardinale Montenegro con un gruppo di profughi

Il cardinale Montenegro con un gruppo di profughi

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"Credo che questa sia una sconfitta della politica che non sa gestire queste emergenze e prova a far rimbalzare la palla delle responsabilità mentre degli esseri umani rischiano. La politica dev'essere interessata al bene comune"; è il commento reso all'agenzia Ansa dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas Italiana, sul caso della nave Aquarius, respinta dai porti italiani e infine accolta dalla Spagna con i suoi 629 profughi a bordo. "L'Europa deve prendere atto che nessuno può fermare questi flussi, che sono epocali, e non è chiudendo porti e rimbalzandosi le responsabilità che si troverà una soluzione".

Ero straniero e non mi avete accolto

"Ero straniero e non mi avete accolto (Mt 25,43) #Aquarius". È il tweet, con la frase dal Vangelo di Matteo, diffuso stamane dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. La frase è rivolta da Gesù a quelli che saranno i "maledetti, nel fuoco eterno" (mentre ai "benedetti" dice "ero straniero e mi avete accolto").

Il riferimento esplicito, visto l'hastag utilizzato, è alla vicenda della nave con a bordo 629 migranti cui per ordine del ministro dell'Interno Matteo Salvini è stato vietato l'attracco nei porti italiani. (CLICCA QUI). Il tweet del cardinale Ravasi è stato oggetto di molti commenti ingenerosi da parte dei supporter della scelta del ministro Salvini di chiudere i porti italiani.

In serata la replica dello stesso Salvini a chi gli chiedeva conto del post di Ravasi, ricordandogli di aver giurato sul Vangelo con il rosario in mano: "Ravasi? Ricordo che papa Benedetto ricordava che oltre al diritto di migrare c'è anche il diritto a non emigrare. Il mio obiettivo è garantire sicurezza e vita prospera nel continente africano a questi ragazzi che pensano che in Italia ci sia il bengodi. Da primo dei peccatori e da ultimo dei buoni cristiani credo umilmente di essere coerente". E poi: "Io il rosario lo tengo ancora in tasca".

Il cardinale di Madrid: è una chiamata di Cristo all'Europa

Anche il messaggio su twitter del cardinale di Madrid Carlos Osoro Sierra non lascia dubbi: «Il mandato è chiaro: ero forestiero e mi avete accolto. Al di là delle considerazioni politiche e legali, quando si legge la vita a partire dal Vangelo, si va a cercare l’altro. Aquarius è una chiamata di Cristo all’Europa».

Centro Astalli: dimostrazioni di forza

Molte le reazioni dal mondo cattolico: padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, scrive: "Se l'Italia antepone dimostrazioni di forza e di peso politico alla vita dei migranti è chiaro che umanità e dignità delle persone divengono secondari rispetto al tutto il resto. Abbandonare innocenti in mare non può mai considerarsi una strategia politica ma rimane inequivocabilmente una grave violazione dei diritti umani di cui l'Italia sarà chiamata a rispondere".

I comboniani: l'Italia resti un porto sicuro

I missionari comboniani in Italia si dicono "esterrefatti e indignati" per la decisione del ministro Salvini di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius, un rifiuto di prestare soccorso ai migranti che "non ha precedenti nella nostra storia ed è in flagrante violazione delle convenzioni internazionali". "È vergognoso che l’Italia" faccia "pagare a persone innocenti bisognose di aiuto il prezzo di una diatriba tra Stati su chi si debba assumere la responsabilità di accogliere i migranti".

Sebbene sia "corretto e giusto che il governo italiano faccia sentire le propria voce a Bruxelles, chiedendo ai partner europei di farsi carico, anche loro, del dossier migranti, nello stesso tempo "l’Italia non può sottrarsi al dovere di accogliere persone che, in gran parte, cercano di costruirsi una vita migliore in Europa e che, in alcuni casi, fuggono da guerre e da regimi dittatoriali. È importante che l’Italia mantenga un doppio ruolo: essere un porto sicuro per i migranti e nel contempo non smettere di sollecitare l’Europa a trovare soluzioni percorribili (non semplicemente fondate sul controllo militare delle aree di transito dei migranti, come avviene in Niger e Mali), anche nei paesi di partenza dei migranti".

Padre Zerai: si infligge punizione dura a persone senza colpe

Mentre la Comunità di Sant'Egidio ripete che "salvare vite umane è la priorità" e che servono un "ricollocamento nei paesi dell'Ue e vie di ingresso regolare", è un operatore umanitario come padre Mussie Zerai, dell'Agenzia Habeshia, a rivolgersi direttamente a Salvini con un "appello urgente". "Lei chiudendo il porto rischia di infliggere una punizione dura a bambini e donne incinte in fuga da situazioni difficili scenari di guerra o assenza di libertà o per fame. La loro colpa è di cercare un futuro dignitoso per i loro figli, libertà per sé e per i figli", afferma. Secondo padre Zerai, "la disputa con Malta o con l'Ue è bene farla ma non sulla pelle di persone vulnerabili. Il diritto alla vita è sacrosanto, vanno portati al porto più sicuro per la loro vita e dignità di persone in condizione di totale fragilità". "La mancanza di solidarietà europea - conclude - non bisogna farla pagare a un prezzo drammatico, infliggendo ingiuste sofferenze e disagi a donne e bambini bisognosi di protezione e di sicurezza. Faccio appello alla sua coscienza di uomo e di padre: sia più umano perché ogni sua decisione incide sulla carne viva di questi esseri umani".

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