domenica 4 giugno 2017
Il procuratore: ma non è un segno di debolezza dello Stato. Il vescovo Oliva: c’è ancora un’atavica suggestione psicologica
«Quel baciamano, gesto ignobile»
COMMENTA E CONDIVIDI

Giuseppe Giorgi si è arreso, «prima o poi doveva succedere » commenta con le figlie, quando i suoi piedi scalzi toccano il pavimento di casa calandosi dal bunker ricavato sopra il camino in cucina. Chiede «calma» Giorgi ai propri familiari. Uscendo di casa è affiancato dal tenente colonnello Alessandro Mucci e dai suoi militari dello squadrone 'Cacciatori di Calabria' dei carabinieri che lo hanno arrestato. Fuori dall’uscio degli uomini, parenti e vicini di casa, lo salutano. Uno di loro gli bacia la mano in segno di ossequioso rispetto.

Tutto davanti alle telecamere dei cronisti. Il boss invisibile, 'u Capra', è un tipo noto a San Luca nonostante sia latitante dal 1994. «Un gesto ignobile, un atto tribale e imprevedibile» ha commentato Federico Cafiero De Raho, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria che ha difeso l’operato dell’Arma: «Non è certo né condivisione né tantomeno segno di debolezza dello Stato; i carabinieri erano impegnati a guardarsi intorno. L’importante era portare via Giorgi senza problemi ed è quello che è stato fatto». Nessun tentennamento, quindi, dinnanzi ai saluti deferenti al capo-cosca.

Una «atavica suggestione psicologica della gente verso queste persone» l’ha definita monsignor Francesco Oliva, vescovo della diocesi di Locri-Gerace. «I criminali – ha chiosato il presule – non meritano alcun 'rispetto'». «Occorre una rivoluzione culturale forte» ha detto don Pino De Masi, prete di frontiera che sulla Piana di Gioia Tauro da sempre è in lotta contro i clan di ’ndrangheta. «I mafiosi sono uomini da disprezzare», ha spiegato don Pino che però ha rivolto il suo sguardo all’oggi di tanti giovani calabresi: «C’è una lacuna di valori da colmare. Quello, fisicamente, ha fatto il baciamano, ma c’è chi continua a inchinarsi. Occorre lavorare soprattutto con gli adulti. Ci sono ancora genitori – afferma il sacerdote – che ai figli dicono di farsi i fatti loro, di rispettare certa gente».

Della stessa opinione è anche il referente regionale di Libera, don Ennio Stamile: «È una vergogna intollerabile il bacio a mani di morte e di sofferenza ». Sul fronte politico si registra la presa di posizione di Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Nord, che ha parlato di un episodio «imbarazzante » affermando che quell’immagine del baciamano «non è l’immagine vera della Calabria». Dichiarazioni speculari a quelle della segreteria generale della Cgil Calabria: «A queste latitudini, fa più notizia il baciamano dopo un arresto di un pericoloso latitante che l’impegno di 200 ragazzi e ragazze di San Luca che cercano di costruirsi un futuro », ha detto il sindacalista della Cgil Angelo Sposato. «Le colpe dei padri non ricadano sui figli, la Calabria non è quella vista in televisione».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: