sabato 19 febbraio 2022
Il via libera dell’Aifa riguarda 3 milioni di immunodepressi. Da domani, tranne 3 regioni, tutta Italia in “giallo”
La campagna vaccinale svolta nei locali dell’Auditorium del Parco della Musica di Roma, nel marzo dello scorso anno

La campagna vaccinale svolta nei locali dell’Auditorium del Parco della Musica di Roma, nel marzo dello scorso anno - Ansa

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In Italia gli immunodepressi, una platea di circa tre milioni, potranno ricevere una quarta dose di vaccino anti-Covid. Il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) arriva proprio mentre l’Istituto superiore di sanità ribadisce una volta di più l’importanza delle vaccinazioni: i non immunizzati finiscono in ospedale 9 volte di più di chi ha ricevuto tre iniezioni, e il booster protegge in oltre sei casi su dieci dall’infezione e quasi completamente contro la malattia in forma grave.

Un quadro che, assieme al calo nelle ultime due settimane di positivi e ricoverati ordinari e in intensiva, fa dire al ministro della Salute Roberto Speranza che «finalmente la curva del contagio si piega dal lato giusto». Un messaggio di «fiducia per le prossime settimane» – sempre parole del ministro – che però, sul versante delle decisioni politiche, tiene acceso il dibattito tra i "falchi" e le "colombe" del Green pass all’avvicinarsi del 31 marzo, quando scadrà lo stato d’emergenza. Intanto la mappa a colori dell’Italia, da domani, cambierà ancora: tutta la Penisola sarà gialla, tranne Umbria e Basilicata (bianche) e Friuli-Venezia Giulia (arancione).

Nel frattempo l’Aifa ha comunicato al ministero l’assenso a una quarta vaccinazione per i gravemente immunodepressi, sebbene sia improprio parlare di quarta dose. Tecnicamente, si tratta di un booster a conclusione del ciclo primario (due dosi più una aggiuntiva); per la "quarta" si useranno vaccini a mRna, con tempistiche standard. Che i vaccini siano decisivi lo certifica ancora l’Iss: per i non vaccinati il tasso di ricovero è 9 volte maggiore rispetto ai "boosterizzati" e il tasso di mortalità è 19 volte più alto. L’efficacia del vaccino in termini di riduzione del rischio, tra non vaccinati e tri-vaccinati, è del 64% nella prevenzione dell’infezione e del 93% per la malattia grave.


Ancora in calo la curva pandemica.
Il ministro della Salute, Speranza: «Fiducia per le prossime settimane».
Ma l’avvicinarsi della fine dello stato di emergenza divide “falchi” e “colombe”
della politica sull’uso Green pass

I dati del bollettino giornaliero riportano 50.534 nuovi contagi e 252 vittime (venerdì erano state 314). Il tasso di positività scende al 10,2% (dal 10,5%); 953 i pazienti in intensiva, 34 in meno. I ricoverati "ordinari" sono 13.387, -561 rispetto a venerdì. Tutti numeri che, in occasione dell’odierna Giornata nazionale del personale sanitario fanno sperare. «La nostra comunità è stata all’altezza della sfida – ha detto il ministro Speranza –. I vaccini e i richiami corrono molto velocemente». A ritmi però non elevati com’erano solo un mese fa, quando si raggiunse il picco di 4,6 milioni di somministrazioni tra il 10 e il 16 gennaio: tra il 7 e il 13 febbraio sono state 1,6 milioni. Segno, comunque, che la campagna ha raggiunto gran parte degli italiani.

È tempo dunque di un taglio alle restrizioni? Lo pensano soprattutto Lega e FdI, e la stessa ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha affermato che «si va verso un alleggerimento delle regole». Matteo Salvini aveva messo in chiaro che, per lui, «il 31 marzo lo stato di emergenza scade e non si deve rinnovare» e dunque deve decadere tutto ciò che ne consegue, anche in termini di Green pass. La parte più prudente del governo vorrebbe invece prorogarne l’uso almeno fino al 15 giugno, cioè alla scadenza dell’obbligo di vaccinazione per gli over-50. Non è escluso che si trovi un compromesso allentando progressivamente le misure, in particolare l’uso della mascherina, in ragione del livello di rischio: prima le attività all’aperto e poi quelle al chiuso.

Rispetto ai trasporti, invece, una ipotesi è che su quelli a lunga percorrenza resti necessario il "rafforzato", mentre sui mezzi locali possa bastare il base, già introdotto anche per gli spostamenti da e verso le isole. Intanto la road map indica dall’uno marzo l’aumento della capienza in stadi e palazzetti (al 75% e 60%) e dal 10 marzo il ritorno degli snack al cinema e negli impianti sportivi e le visite ai familiari ricoverati per 45 minuti al giorno.

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