venerdì 13 dicembre 2019
Lettera dell'arcivescovo agli operatori della comunicazione in vista della festa del loro patrono. Con alcune domande da condividere. Nella scia del «Discorso alla città». Ecco il testo integrale
MIlano: Delpini incontra i giornalisti all'Istituto dei Ciechi per la festa di San Francesco di Sales

MIlano: Delpini incontra i giornalisti all'Istituto dei Ciechi per la festa di San Francesco di Sales - Fotogramma

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Di solito sono i giornalisti a fare le domande. E i vescovi a lasciarsi intervistare. Stavolta si cambia: è l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, a interrogare i giornalisti. A chiamarli in causa. Proponendo loro cinque distinte piste di riflessione. E una questione di fondo: «Quale giornalismo per quale futuro?».
A Milano – come nelle altre diocesi – è tradizione che il vescovo incontri i giornalisti per la festa del loro patrono, san Francesco di Sales. Così sarà nuovamente, nel capoluogo lombardo, il prossimo sabato 25 gennaio. E «sarà l’occasione per dialogare insieme su un tema che potremmo formulare così: “Quale giornalismo per quale futuro?”», anticipa Delpini nella lettera diffusa venerdì 13 dicembre, con la quale il presule invita i giornalisti all’evento che si terrà – come da molti anni – in un luogo emblematico e a suo modo “provocatorio” di Milano come la storica sede dell’Istituto dei Ciechi, mentre la lettera-invito porta la data del 13 dicembre, memoria liturgica di santa Lucia – la martire siracusana che dei ciechi è patrona.
Ebbene: in vista dell’incontro del 25 gennaio – e perché il dialogo con gli operatori dell’informazione e della comunicazione non sia la parentesi di una mattinata – Delpini lancia una grande domanda e cinque vie di approfondimento, chiedendo ai giornalisti di dire la loro e di inviare risposte, reazioni e riflessioni al portavoce dell’arcivescovo, don Walter Magni (wmagni@diocesi.milano.it).

Incidere sul futuro della città: il ruolo dei comunicatori

Questo dialogo riprende e rilancia il tema dell’ultimo Discorso alla città dell’arcivescovo, intitolato «Benvenuto, futuro!», offerto come sempre in occasione della festa di Sant’Ambrogio, patrono della città e della diocesi di Milano. In questo modo il presule intende coinvolgere anche i giornalisti nel cammino di riflessione condivisa lanciato con il Discorso 2019 sul grande tema del futuro della città.
La costruzione e le dinamiche del consenso; il rispetto della persona umana; il ruolo dell’informazione nei rapporti fra i popoli, messi in buona o cattiva luce; l’influenza sul mutamento dei costumi sociali; la capacità dell’informazione di rendere «desiderabile o temibile» il futuro: queste le piste di riflessione offerte da Delpini nella lettera ai giornalisti milanesi. «La mia provocazione – scrive il presule – è di considerare come l’esercizio della professione giornalistica, tramite i diversi media, possa incidere in modo positivo o negativo sul futuro prossimo della società e della città».
Non è la prima volta che l’arcivescovo Delpini si rivolge a specifiche categorie professionali. Lo ha fatto di recente con una lettera ai medici del grande territorio ambrosiano intitolata «Stimato e caro dottore». Altre categorie sono state chiamate in causa nell’ultimo Discorso alla città. Un esempio: quanti si occupano di ricerca scientifica e innovazione tecnologica, invitati a farsi alleati – in una Milano che in materia di innovazione è «polo di rilevanza mondiale» – nel comune impegno per la cura del creato, sapendo «ascoltare il grido dei poveri e della terra», nella scia della Laudato si’ di papa Francesco.
Ora, questa nuova esperienza di dialogo con i giornalisti. Alcuni dei contributi inviati a don Magni potranno trovare spazio, nelle prossime settimane, nelle pagine della sezione Cronaca Milano di Avvenire. L’invito a rispondere alle domande di Delpini è esteso anche agli animatori della comunicazione e della cultura attivi nelle oltre 1.100 parrocchie della diocesi.

Il testo della lettera ai giornalisti dell’arcivescovo Delpini

Gentilissima Signora, Egregio Signore,
spero le giunga gradito l’invito al tradizionale “Incontro dell’Arcivescovo con i Giornalisti”, che si svolgerà sabato 25 gennaio 2020 a Milano, presso l’Istituto dei Ciechi, in via Vivaio 7, dalle ore 10 alle ore 12.30.
Sarà l’occasione per dialogare insieme su un tema che potremmo formulare così: “Quale giornalismo per quale futuro?”. La mia provocazione è di considerare come l’esercizio della professione giornalistica, tramite i diversi media, possa incidere in modo positivo o negativo sul futuro prossimo della società e della città.
Formulo, come esempio, alcune piste di riflessione:
1) Il giornalismo al servizio del consenso: quali meccanismi, quali responsabilità, quali contributi positivi, quali rischi sono presenti in una professione che può/vuole orientare il consenso verso un leader politico, verso una forza politica?
2) Il giornalismo e la storia delle persone: l’incidenza della notizia nella fama (buona/cattiva fama) delle persone. Quale dinamismo crea coincidenza tra notizia ed esperienza, oppure contrapposizione tra notizia ed esperienza?
3) Il giornalismo e i rapporti con i popoli: il fatto di cronaca e la valutazione dei popoli. Quali dinamismi definiscono un popolo amico/ostile, simpatico/antipatico? Quali tratti contribuiscono a farsi una certa idea di un Paese, a ritenerlo attraente o insignificante o pericoloso?
4) Il giornalismo e il costume: come la selezione delle notizie contribuisce a far ritenere un comportamento positivo o negativo, accettabile o inaccettabile?
5) Il giornalismo e il futuro: quale tipo di informazione rende il futuro desiderabile o temibile?
Nel riflettere su questi aspetti sarebbe interessante anche distinguere tra i media, i loro rispettivi linguaggi e il loro “pubblico”: differenza tra i media (cartacei, internet, tweet, blog, ecc), tra le generazioni (ragazzi, giovani, adulti, anziani), tra le intenzioni dei
gestori (media, politici, gruppi finanziari, regimi).
La complessità del tema impone certo ima selezione di argomenti, che saranno affidati ad alcuni relatori. Sarebbe però interessante che si raccolgano pareri e riflessioni anche previamente all’incontro del 25 gennaio.
Le sarò grato se potrà considerare l’invito e farsi presente per ascoltare, condividere, dissentire, e, se fosse possibile, dialogare in modo costruttivo sia per me, sia per l’esercizio della professione giornalistica.
Mi è gradita l’occasione per porgere i più cordiali saluti e ogni buon augurio per il tempo che viene.

Mario Delpini, arcivescovo di Milano

13 dicembre 2019, Santa Lucia

Milano: Delpini incontra i giornalisti all'Istituto dei Ciechi per la festa di San Francesco di Sales

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