martedì 4 gennaio 2022
Tra loro 90 afghani, tra i quali 43 minori non accompagnati. Il 2021 era stato un anno da record per la rotta turca, con più di 11mila arrivi sulle coste pugliesi e calabresi
Una delle recenti operazioni di salvataggio a Roccella Jonica

Una delle recenti operazioni di salvataggio a Roccella Jonica - Guardia di Finanza

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Primo approdo di immigrati in Calabria. Ben 104 stipati su una barca a vela di 15 metri, giunta nella notte nel porto di Roccella Ionica. Tra loro 90 afghani, tra i quali 43 minori non accompagnati.

Il 2022 inizia come era finito il 2021, anno da record per la rotta turca, con più di 11mila arrivi sulle coste pugliesi e calabresi. Tra il 24 e il 26 dicembre più di 1.100 persone, a bordo di undici tra barche a vela, barconi e pescherecci, nove in Calabria.

E si ricomincia proprio dalla coste della Locride e da Roccella Ionica che lo scorso anno ha accolto quasi 7mila persone, malgrado non abbia strutture organizzate, come gli hotspot di Lampedusa e Pozzallo.

La barca a vela è stata individuata e soccorsa dai mezzi della Guardia di Finanza. A bordo, oltre agli afghani, anche pachistani, iraniani e siriani, oltre a due ucraini, quasi sicuramente gli scafisti. “Viaggiavano di notte a luci spente e si erano nascosti, sperando di non essere identificati”, ci spiega il tenente colonnello Alberto Catone, comandante del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia della Guardia di Finanza. Una strategia che fa correre molti rischi. “La barca senza nessuno al timone diventa un pericolo anche per noi - sottolinea l’ufficiale -. In occasione di uno degli ultimi arrivi a Crotone c’è stato quasi uno speronamento”.

Ma un’altra strategia sta preoccupando gli uomini delle Fiamme gialle. “Solitamente i trafficanti imbarcano non più di 50-70 persone - aggiunge il tenente colonnello -, ma negli ultimi tempi riempiono le barche il più possibile, anche con più di cento persone”.

Forse perché il tempo è particolarmente buono e il mare piatto, forse perché i trafficanti devono svuotare i centri in previsione di nuovi arrivi, forse perché vogliono aumentare gli affari. Certo è che i rischi per gli immigrati salgono. Anche se non è da escludere, come successo varie volte, che le persone viaggino su una “barca madre” più grossa, per essere poi trasferiti su quelle più piccole quando sono a poche decine di miglia dalla costa.

Altro elemento interessante è, ancora una volta, la fortissima presenza di afghani, e in particolare di minori non accompagnati. La conferma che i profughi, post caduta di Kabul, sono già giunti sulle coste turche, nuovo ricca “merce” per gli affari dei trafficanti.

Il primo sbarco del 2022 conferma, dunque, l’importanza della rotta turca, rotta dimenticata dalla politica e dall’informazione, così come l’altra che arriva sempre sulle coste calabresi, partendo dalla Libia orientale. E conferma che Roccella Ionica non smetterà di essere il principale porto di accoglienza. Anche se in attesa della ristrutturazione del centro comunale, unica struttura che ha operato in questi anni, gli immigrati trovano ospitalità solo nella tensostruttura della Croce rossa montata nel porto. Può ospitare 140 persone ed è utilizzata solo per l’identificazione e i controlli sanitari, compresi i tamponi Covid, e per una permanenza di pochi giorni. Poi le destinazioni sono le navi quarantena (ma sono in Sicilia) o il Cara di Isola di Capo Rizzuto, che però dopo gli arrivi di Natale è strapieno.

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