martedì 17 agosto 2021
Arrivi record quest'anno dalle rotte turca e libica. Sono già più 2.500 dall'inizio di giugno contro la stessa cifra in tutto il 2020. Ieri il 136 a Reggio Calabria. Ma nessuno ne parla
Preoccupazione in Calabria per l'aumento degli sbarchi di profughi afghani

Archivio Ansa

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A preoccupare in questi ultimi giorni le forze dell’ordine calabresi non sono solo i terribili incendi ma anche la crisi afghana. Il timore è che molti profughi tentino la rotta turca, quella che via mare arriva sulle coste calabresi e, in numero minore, pugliesi. Rotta privilegiata proprio dagli afghani. Ma ora i numeri potrebbero crescere e non poco. E questo proprio nell’anno che già ora, ancora prima del crollo del governo di Kabul e la vittoria dei talebani, può essere definito l’anno record per sbarchi. L’ultimo ieri, ben 136 persone, 133 egiziani, due libici e un siriano, tutti uomini. Erano a bordo di un peschereccio malridotto, intercettato dai mezzi della Guardia di Finanza all’altezza di Bova, prima che approdasse, e portato poi nel porto di Reggio Calabria, dove era stato predisposto il dispositivo per tamponi, screening sanitario e individuazione. Probabile provenienza la Libia orientale, al confine con l’Egitto. Una rotta che preoccupa come quella turca, gestita da trafficanti egiziani che utilizzano vecchi barconi o navi madre da cui poi trasbordare gli immigrati su barchette insicure. Una modalità che negli ultimi mesi è fortemente aumentata, probabilmente per compensare le difficoltà sulle normali rotte libiche. Infatti, oltre agli immigrati egiziani, spesso minorenni, cominciano a comparire anche persone di altre nazionalità, subsahariani e mediorientali. Sbarco analogo il 15 agosto a Palizzi, sempre barcone e sempre in gran parte egiziani, in 60.

Tutti dalla rotta turca, invece, gli altri sette sbarchi dall’inizio del mese di agosto, tre a Crotone e quattro nel Reggino, tutti immigrati mediorientali, afghani, pakistani: 45 a Crotone il 4 agosto, 96 il 6 agosto a Roccella Jonica, 29 a Crotone l’11 agosto, 80 il 14 agosto a Roccella Jonica, 67 il 14 agosto a Crotone, 49 il 15 agosto a Melito Porto Salvo. In tutto 562 in poco più di due settimane. Numeri di record. Siamo a 24 sbarchi dall’inizio di giugno, per un totale di quasi più di 2.500 persone, più di tutto il 2020 quando sbarcati erano stati 2.500, una cifra che sicuramente sarà superata visto che mancano ancora più di quattro mesi alcuni molto favorevoli alla navigazione. E col quasi certo incremento degli afghani. Eppure sono sbarchi dimenticati, mentre Roccella Jonica, il comune della provincia di Reggio Calabria che accoglie gran parte degli arrivi, è sempre più in difficoltà. Mentre il Cara di Isola di Capo Rizzuto è sempre più pieno, non solo degli arrivati sulle coste calabresi ma anche da chi è sbarcato in Sicilia, visto che l’unica grande struttura in quei territori. Arrivi a ripetizione che tengono quotidianamente sotto pressione le forze dell’ordine, sia quelle che operano in mare che quelle che opera in terra. Per soccorrere gli immigrati e poi nelle complesse pratiche di identificazione. Ma di tutto questo non si parla, così come degli sbarchi che stanno crescendo anche in Puglia, sempre rotta turca e da un po’ anche rotta balcanica, soprattutto dal Montenegro. Rotte che non escludono complicità italiane.

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