venerdì 22 maggio 2020
I nuovi contagi sono 652, in linea con gli ultimi giorni. Nelle terapie intensive sono in 595, come non accadeva dallo scorso 7 marzo
Le bandiere rimangono ai balconi

Le bandiere rimangono ai balconi - Pino Ciociola

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Diversi altri rassicuranti traguardi tagliati. E il coronavirus sembra adesso colpire un po' meno e un po' meno duramente. Ma proprio adesso siamo anche nella fase decisiva, vedremo più avanti le ragioni. Come previsto, gli attuali positivi scendono a meno di 60mila e non accadeva da quasi due mesi (il 25 marzo furono 57.521, il giorno seguente saliti a 62.013). I ricoverati nei reparti Covid sono meno di 9mila e così torniamo ai livelli del 14 marzo (quando furono 8.372, diventati il giorno seguente 9.663). I ricoverati nelle terapie intensive vanno sotto i seicento e bisogna andare indietro settantacinque giorni per ritrovare un numero così basso (il 7 marzo furono 567, che salirono a 650 ventiquattr’ore dopo). I guariti superano i 136mila. I morti sono in leggera diminuzione. E l’aumento dei nuovi contagi resta in linea con gli ultimi giorni senza grandi scossoni, ma anche senza flettere decisamente.

Prossime “scadenze”. E siamo arrivati al passaggio più delicato. I primi segni del contagio da Covid-19 appaiono mediamente da quattro a sette giorni dopo che sia avvenuto, ma l’incubazione del virus può durare fino a quattordici, anche quindici giorni e bisogna poi considerare come prima della sua classificazione come “nuovo caso” siano ovviamente necessari diagnosi e conteggio ufficiale. Vuol dire - nell’ipotesi meno realistica e più estrema, però teoricamente possibile - che chi dovesse essersi contagiato lunedì scorso, potrebbe venire registrato come tale anche il 5 o 6 giugno. E sempre che risulti in qualche modo sintomatico, cioè non ‘sfugga’ al conteggio.

Così, a mettere tutto questo insieme, viene fuori che proprio da oggi siamo dentro il periodo temporale decisivo per capire, attraverso i numeri, lo sviluppo della pandemia (e delle sue curve locali) dalla fine del lockdown. Tuttavia, per quanto detto, il quadro diventerà definitivamente chiaro (e soprattutto consolidato) solo fra la metà della prossima settimana e quella seguente, la prima di giugno. Indicando se e come dovessero rendersi necessarie nuove “chirurgiche” chiusure.

Ecco l’aggiornamento del Dipartimento della Protezione civile dei numeri di oggi.

Nuovi contagi. Sono 652 (domenica 675, lunedì 451, martedì 813, mercoledì 665 e ieri 642) e 293 di questi si registrano in Lombardia (domenica 326, lunedì 175, martedì 462, mercoledì 294 e ieri 316). I tamponi effettuati sono 75.380 (mercoledì 63.158 e ieri 71.679), con un rapporto di positività che resta al minimo assoluto e sempre sotto l’1, lo 0,9%.

Morti. Sono 130 (domenica 145, lunedì 99, martedì 162, mercoledì 161 e ieri 156), dei quali 57 in Lombardia (domenica 69, lunedì 24, martedì 54, mercoledì 65 e ieri 65). Il totale nazionale sale a 32.616 dall’inizio della pandemia.

Totale dei casi. Sono 228.658 le persone che hanno contratto il Covid-19 (compresi guariti e deceduti) dall’inizio della pandemia, cioè i contagiati accertati finora.

Attuali positivi. Sempre più giù, sono 59.322 (domenica 68.351, lunedì 66.533, martedì 65.129, mercoledì 62.752 e ieri 60.960), 1.638 in meno rispetto a ieri (domenica meno 1.836, lunedì meno 1.798, martedì meno 1.424, mercoledì meno 2.377 e ieri meno 1.792).

Ricoverati nelle terapie intensive. Sono 595 (domenica 762, lunedì 749, martedì 716, mercoledì 676 e ieri 640).

Ricoverati in reparti ospedalieri ordinari. Sono 8.957 persone (domenica 10.400, lunedì 10.311, martedì 9.991, mercoledì 9.624 e ieri 9.269), 312 meno di ieri.

In isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono 49.770 persone (domenica 57.278, lunedì 55.597, martedì 54.422, mercoledì 52.452 e ieri 51.051), cioè sempre l’84% degli attuali positivi.

Guariti e dimessi. Sono 2.160 (domenica 2.605, lunedì 2.150, martedì 2.075, mercoledì 2.881 e ieri 2.278), portando il numero complessivo dall’inizio della pandemia a 136.720.

Le Regioni. I casi attualmente positivi sono 25.933 in Lombardia, 8.452 in Piemonte, 4.730 in Emilia-Romagna, 3.635 nel Lazio, 3.023 in Veneto, 1.908 in Liguria, 1.786 in Toscana, 1.768 nelle Marche, 1.838 in Puglia, 1.519 in Sicilia, 1.292 in Campania, 1.179 in Abruzzo, 607 nella Provincia autonoma di Trento, 485 in Friuli Venezia Giulia, 306 in Sardegna, 302 in Calabria, 224 nella Provincia autonoma di Bolzano, 184 in Molise, 59 in Umbria, 49 in Basilicata e 43 in Valle d’Aosta.

Le patologie croniche. Quasi il sessanta per cento dei morti presentava almeno tre patologie pregresse. Così l’Istituto superiore di Sanità ha analizzato il contesto in cui si è diffusa l’epidemia da Covid-19. E su una popolazione in Italia di quasi 51 milioni di persone con più di diciotto anni, oltre 14 milioni convivono con una patologia cronica e di questi 8,4 milioni hanno più di sessant’anni.

La prevalenza per singole patologie croniche cambia notevolmente con l’età e se prima dei 55 anni la più frequente riguarda l’apparato respiratorio e coinvolge mediamente il 6% degli adulti, dopo questa età e all’avanzare degli anni aumenta considerevolmente anche la frequenza di cardiopatie e di diabete, che raggiungono prevalenze intorno al 30% e al 20% verso gli 80 anni. La prevalenza dei tumori raggiunge il suo valore massimo (circa 15%) intorno agli 80 anni. I casi con eventi pregressi di ictus e ischemie cerebrali, così come i casi con insufficienza renale, numericamente più contenuti, iniziano ad aumentare dopo i 70 anni, mentre la prevalenza di malattie croniche del fegato non supera mai il 5%, neanche in età più avanzate.

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