martedì 19 novembre 2019
La Guardia di finanza acquisisce documenti nelle sedi della multinazionale. Si allarga intanto l'inchiesta di Milano
Perquisizioni negli uffici di Arcelor Mittal, indagini su merce in magazzino
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Perquisizioni e sequestri questa mattina negli uffici di Arcelor Mittal nell'ambito dell'inchiesta della procura di Taranto. La Guardia di finanza su delega dei pm sta acquisendo documentazione, anche in forma digitale, di tutto quanto abbia attinenza con movimento di merci, ordini, e stato di manutenzione degli impianti, in base a quanto segnalato alla Procura nell'esposto presentato dai commissari. L'azienda ha confermato la presenza dei finanzieri negli uffici di Milano e nello stabilimento di Taranto di Arcelor Mittal Italia: "Stiamo collaborando e fornendo le informazioni richieste", afferma una nota.

L'inchiesta, tutt'ora contro ignoti, riguarda presunte condotte illecite in particolare in merito alle ipotesi di reato di distruzione di mezzi di produzione e di appropriazione indebita. Quest'ultima ipotesi fa riferimento al fatto che i commissari di Ilva nella denuncia sostengono che il magazzino del siderurgico sia stato svuotato rispetto alla merce che vi era al momento della consegna. Il magazzino consegnato era del valore di 500 milioni di euro di materie prime. Sulla questione sono state ascoltate come persone informate sui fatti due dirigenti dell'area commerciale.

Le indagini, in buona sostanza, puntano ad accertare se sia stata creata una situazione di "crisi pilotata" o meno.

Ieri Arcelor Mittal ha sospeso la decisione di spegnere l'altoforno 2 di Taranto (LEGGI QUI) in attesa della sentenza del tribunale di Milano. L'udienza del tribunale è fissata il 27 novembre, mentre venerdì 22 il premier incontrerà i vertici dell'azienda.

Oltre all'aggiotaggio informativo, ossia alle false comunicazioni al mercato, nell'inchiesta milanese sull'addio di Arcelor Mittal all'Ilva i pm contestano il reato di distrazione di beni del fallimento. Nel mirino dei magistrati ora c'è anche una società olandese del gruppo. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, vogliono chiarire il ruolo di questa società da cui Arcelor comprerebbe grandi quantità di materie prime. Qualcosa, a una prima analisi, sembrerebbe non tornare perché i prezzi sembrano essere troppo alti rispetto a quelli di mercato. Ilva in amministrazione staordinaria spenderebbe più di quello che dovrebbe e Arcelor pagherebbe meno tasse grazie alla benevola fiscalità olandese. È questo, stando a quanto si apprende da fonti giudiziarie, il terzo capitolo dell'inchiesta che ipotizza il reato di omessa dichiarazione dei redditi.


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