lunedì 23 ottobre 2017
La Polizia è salita a bordo della Vos Hestia, impegnata nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale. L'ong: «Noi estranei». La perquisizione nell'ambito dell'inchiesta di Trapani
La nave perquisita dalla Polizia

La nave perquisita dalla Polizia

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La Polizia ha eseguito una serie di perquisizioni a bordo di nave Vos Hestia, l'imbarcazione di Save the Children impegnata nelle operazioni di soccorso ai migranti nel Mediterraneo centrale, che attualmente si trova nel porto di Catania. A bordo della nave, nei mesi scorsi, ha operato anche un agente sotto copertura. La perquisizione, eseguita dagli uomini del Servizio centrale operativo, è stata disposta dalla procura di Trapani che ha da tempo aperto un fascicolo sull'operato delle Ong.

La perquisizione sulla nave Vos Hestia «è relativa alla ricerca di materiali per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children», si legge in una nota dell'ong. La documentazione oggetto della ricerca «come si evince dallo stesso decreto di perquisizione» è «relativa a presunte condotte illecite commesse da terze persone».

Alla fine della perquisizione gli uomini della Squadra mobile di Trapani, del Servizio centrale operativo della Polizia e della Guardia Costiera hanno sequestrato due computer portatili e due tablet, i computer della nave, un telefono satellitare e un cellulare, un hard disk esterno, il giornale di bordo dall'agosto 2016 ad oggi e il brogliaccio di navigazione dal 1 gennaio 2017 ad oggi. Il materiale si trovava sia in plancia di comando sia in alcune cabine della nave ed è stato sequestrato al comandante Paolo Alfonso Russo, al team leader di Save the Children Romain Lasjuilliarias, al vice team leader Javier Garcia Cortes e all'addetta alla logistica Paloma Gonzalez Fernandez, al mediatore culturale Hassan Ali Sayed Salem.

«Non siamo indagati: fare subito chiarezza»

L'ong rende anche noto di aver sospeso le operazioni di soccorso in mare «come già pianificato data la riduzione dei flussi», e ribadisce di aver «sempre agito nel rispetto della legge durante la propria missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo» e
conferma «ancora una volta che l'Organizzazione non è indagata».

«Tutte le operazioni sono state condotte in strettissimo coordinamento con la guardia costiera italiana e nella massima collaborazione con le autorità. La nostra missione è sempre stata guidata unicamente dall'imperativo umanitario di salvare vite», prosegue l'ong, che conclude: «Confidiamo che la magistratura, nella quale l'Organizzazione ha piena fiducia, faccia immediata chiarezza sull'intera vicenda».

Sospese le operazioni in mare

«Oltre a ribadire la nostra totale estraneità alle indagini, Save the Children annuncia la sospensione della propria attività di ricerca e salvataggio in mare, come già pianificato, e del resto attuato anche lo scorso anno. La decisione arriva dopo aver valutato attentamente la riduzione del flusso di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l'Europa e le mutate condizioni di sicurezza ed efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso in mare nell'area», dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. «Per troppo tempo abbiamo supplito all'inesistenza o inadeguatezza di politiche europee di ricerca e soccorso, nonché di accoglienza dei migranti, cercando di portare un contributo concreto e volto al salvataggio delle vite di bambini e adulti», conclude Neri.

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