venerdì 26 giugno 2020
Famiglie e professori in piazza in sessanta città, la ministra chiede un miliardo in più
Scuola, oggi le linee guida. E per la data d'avvio si punta al 14 settembre

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Una giornata in più per sciogliere gli ultimi nodi, legati soprattutto alle risorse, al personale e ai trasporti e poi l’accordo tra il governo e le Regioni sulla riapertura delle scuole a settembre sarà cosa fatta. Quando sembrava che il tavolo di confronto fosse destinato al fallimento («Il Piano del governo è irricevibile», aveva detto in mattinata il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini), l’intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ottenuto al governo 24 ore in più per ultimare le limature alle Linee guida, già nel mirino di sindacati, presidi, famiglie ed Enti locali. «Stiamo lavorando tutti i giorni per consentire di ritornare in sicurezza a scuola a settembre, dateci ancora un po’ di tempo », le parole del premier al termine di una giornata che sembrava destinata a concludersi con una fumata nera e che, invece, pare dirigersi verso un accordo. La Conferenza Stato– Regioni, già convocata per ieri pomeriggio, è stata quindi posticipata ad oggi. E sul tavolo ci potrebbe già essere il miliardo di euro in più, per la creazione di spazi aggiuntivi e il potenziamento dell’organico, chiesto dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nel corso del Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio.

Ma per il segretario generale della Flc–Cgil, Francesco Sinopoli, «sarebbero necessari almeno altri 3 miliardi». «Siamo ad un passo dalla condivisione delle linee guida», ha detto in serata lo stesso Bonaccini. Gli Enti locali chiedono, in particolare, ulteriori risorse – oltre quelle previste per l’edilizia scolastica – più docenti e personale Ata e una maggiore attenzione al tema trasporti «guardando sia al lato economico che a quello organizzativo», ha spiegato sempre il governatore dell’Emilia Romagna. «Servono risorse per fare gli interventi necessari a garantire la sicurezza nelle scuole e abbiamo bisogno di personale altrimenti non saremo in grado di assicurare i servizi educativi. Senza queste risposte, che sono essenziali per permettere la riapertura delle scuole, non potremo dare intesa sul Piano scuola», si legge in una nota congiunta del presidente di Anci, Antonio Decaro e del presidente di Upi, Michele de Pascale.

Al governo, Comuni e Province chiedono di trasformare le richieste in emendamenti al decreto Rilancio, per «assegnare in maniera diretta a Comuni, Province e Città metropolitane i 400 milioni previsti per il 2020 nel fondo Covid–19 del ministero dell’Istruzione e norme per il rafforzamento degli organici degli educatori, degli insegnanti e del personale ausiliario anche attraverso assunzioni del personale per i servizi scolastici a tempo determinato».

Al momento non sembra, invece, in discussione la data di avvio delle lezioni che, dovrebbe essere il 14 settembre.

La giornata di ieri ha visto un vero e proprio “assedio” al Ministero di viale Trastevere. In mattinata, la Lega ha inscenato una manifestazione contro la ministra Azzolina, accusata dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, di aver scaricato le scelte sui presidi, mentre da Forza Italia, Licia Ronzulli ha chiesto le dimissioni del «ministro a sua insaputa». In sessanta città, infine, si è svolta la protesta del comitato “Priorità alla scuola”, a cui hanno aderito più di 40 organizzazioni tra sindacati, associazioni di docenti, di genitori e di studenti. «No ad una #scuola dimezzata», ha scritto su Twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sostenendo le ragioni della protesta.

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