sabato 24 agosto 2013
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"Esci dal generico. Dicci chiaramente dove, in quale contrada, in quale terreno, in quale sito sono stati sversati i veleni che stanno portando a morte la nostra gente, i nostri giovani, i nostri figli. Sai che un popolo numeroso e impaurito lotta ogni giorno per arrivare a qualche soluzione. Oso chiederti di aggiungerti a noi. Vieni anche tu con noi". È l'appello lanciato su Facebook da padre Maurizio Patriciello, il sacerdote "anti roghi" di Caivano (Napoli), in una lunga lettera indirizzata al boss pentito dei Casalesi, Carmine Schiavone.In un'intervista andata in onda ieri su Sky. Schiavone ha raccontato dell'avvelenamento, con i rifiuti provenienti da ogni angolo di Italia ma anche dall'estero, delle terre della Campania.  "Il pane macchiato dal sangue che gli innocenti della catastrofe ambientale stanno versando - ha aggiunto don Patriciello - è indigesto. È pane che non sazia. Pane avvelenato. Pane velenoso". "È giunta l'ora - scrive don Patriciello - che si facciano avanti tutti coloro che hanno avvelenato, o permesso di avvelenare, le nostre campagne. È giunta l'ora del coraggio e della verità. Aiutaci anche tu a svergognare questi loschi figuri".Il sacerdote del Parco Verde di Caivano, non ha perso la speranza: "Mafia e mafiosi, camorra e camorristi -scrive - possono essere e di fatto saranno distrutti. Il male non ha l'ultima parola.  L'ultima parola l'avrà solamente il bene. A trionfare sarà l'amore, non la cattiveria. Sempre e dappertutto, anche in Campania. Ma questo avverrà quando sapremo, noi campani e chi i campani ha comprato per una manciata (potrà essere anche un autotreno, è la stessa cosa) di monete. Quei soldi, lo hai visto, bruciano più del fuoco".Un impegno contro il "male" che deve vedere tutti in prima linea perchè, ha concluso don Patriciello, "i nostri figli non abbiamo a maledirci".​​​​
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