martedì 14 marzo 2017
Il presidente Hollande ha firmato l'accordo con alcune associazioni tra cui Sant'Egidio, Entraide protestante e Secourse Catholique. Previsti 500 arrivi di siriani dal Libano.
Profughi siriani accolti in Italia dalla comunità di Sant'Egidio.

Profughi siriani accolti in Italia dalla comunità di Sant'Egidio.

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Il modello italiano dei corridoi umanitari sbarca Oltralpe, facendo scuola in Europa. Il governo francese, in cooperazione con i vescovi francesi, diverse associazioni tra cui Secours Catholique e la comunità di Sant'Egidio, ha firmato oggi l'accordo con il quale apre un "corridoio umanitario" con il Libano per garantire l'accoglienza dei rifugiati dal conflitto siriano. L'accordo per l'arrivo sul territorio francese di 500 rifugiati è stato firmato alla presenza del presidente Francois Hollande, accanto al fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, e dal vescovo di Saint-Denis, monsignor Delannoy, in rappresentanza dei vescovi francesi. Le altre realtà coinvolte sono la Federazione protestante di Francia, Entraide Protestante. In tutto sono dunque cinque.

Per lo Stato francese hanno firmato i ministri degli Interni Bruno Le Roux e degli Esteri Jean-Marc Ayrault.

Il progetto riguarderà 500 profughi

Il progetto riguarderà, in un anno e mezzo, 500 profughi «con priorità ai più vulnerabili » (famiglie con bambini, donne sole, anziani, malati, persone con disabilità). Anche loro, come i 700 già arrivati in Italia nell’ultimo anno, viaggeranno in aereo e non sui barconi, senza rischiare la loro vita, effettuando i controlli in partenza.

Saranno accolti sul territorio francese dalle cinque organizzazioni promotrici: Comunità di Sant’Egidio, Federazione protestante di Francia, Conferenza episcopale francese, Entraide Protestante e Secours Catholique. Come per l’Italia, si replica dunque l’alleanza ecumenica di cristiani che si uniscono per aiutare i più deboli. Per l’Oim, l’anno scorso il numero dei morti nel Mediterraneo è stato di 5.022; al 5 marzo, quelli accertati nel 2017 sono già 521, contro i 471 dello stesso periodo del 2016. I corridoi umanitari, invece, dimostrano che esistono alternative ai viaggi della morte. Renderli accessibili a chi ha diritto alla protezione internazionale è l’unico modo per combattere realmente i trafficanti. Inoltre, quando giungono in Italia o Francia, l’inserimento delle famiglie nei singoli contesti locali è già stato preparato dalle organizzazioni firmatarie dell’accordo. Un’accoglienza ordinata, organizzata e diffusa favorisce l’integrazione.

La Comunità di Sant’Egidio, che ha lanciato il progetto-pilota, sottolinea come «questo modello di sponsorizzazione andrebbe messo a regime a livello europeo ». Sale dunque a 2mila il numero dei profughi che beneficeranno dei corridoi di Sant’Egidio: mille in quello dal Libano, 500 dall’Etiopia insieme alla Cei, altrettanti con il nuovo accordo francese. Il primo, realizzato con i valdesi e le Chiese evangeliche italiane, ha già permesso di giungere in sicurezza e legalmente in Italia a 700 rifugiati, la stessa cifra dei profughi ricollocati (con la relocation) da ben 15 paesi dell’Ue.

Oltre a salvare vite umane, i corridoi sono un segno di non rassegnazione di fronte alla Siria, che entra questo mese nel suo settimo anno di guerra, con 13 milioni e mezzo di persone che necessitano di aiuti umanitari, tra sfollati interni e rifugiati all’estero. «Si tratta – commenta il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo – di un nuovo, importante passo avanti verso un’Europa che non si chiude, ma affronta l’arrivo dei profughi che fuggono dalla guerra con umanità guardando alla sicurezza di tutti, di chi fugge dai conflitti e di chi li accoglie, e favorendo l’integrazione. L’Europa infatti non è condannata ad affrontare l’immigrazione con la paura o la demagogia. E i muri sono solo dei palliativi».

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