martedì 1 giugno 2021
Al bambino di 5 anni è arrivata anche la solidarietà dei detenuti del carcere di Treviso che hanno avviato una raccolta fondi, in aggiunta agli oltre 70mila euro già donati in una settimana
A Verbania uno striscione di incoraggiamento per il piccolo Eitan

A Verbania uno striscione di incoraggiamento per il piccolo Eitan - Ansa

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Mangia ormai da solo e migliora, tanto che, ieri pomeriggio, i medici hanno potuto sciogliere la prognosi e dimetterlo dalla Rianimazione, dove si trovava da una settimana e che lascerà oggi per essere trasferito in un reparto di degenza ordinaria. Eccola la notizia che tutti aspettavano: Eitan non è più in pericolo di vita. «Le condizioni sono in significativo miglioramento – fanno sapere i medici del Regina Margherita di Torino che hanno in cura il bambino di 5 anni, unico sopravvissuto della strage della funivia del Mottarone –. È in costante miglioramento sia dal punto di vista del trauma toracico sia dal punto di vista del trauma addominale», concludono dall’ospedale. Sulla vicenda invita alla riflessione l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, che spiega: «La vicenda di Eitan ha destato grande commozione. Bisogna però evitare che l’attenzione da parte di organi di stampa, radio e tv, nelle trasmissioni di informazione e intrattenimento, finisca per divenire, in nome di un sentimento pietoso, una forma di sfruttamento». Garlatti quindi aggiunge che «vanno usate maggiore attenzione e sensibilità nel- la diffusione di immagini, notizie e dichiarazioni. Quando capitano tragedie come queste non vanno alimentati fenomeni di sovraesposizione, spettacolarizzazione e strumentalizzazione».

A parlare per Eitan è invece la zia Aya, sorella di Amit il papà del piccolo che con il suo abbraccio ha salvato il figlio e che per questo molto probabilmente verrà proposto per una medaglia d’oro al valore civile. Aya dà voce a sentimenti e speranze in una lettera letta in occasione della preghiera in ricordo della famiglia distrutta. E dice cose semplici: chiede giustizia, dice che quanto accaduto poteva essere evitato «con meno “menefreghismo” », promette che farà di tutto per realizzare i sogni del nipotino, ripercorre la storia felice di due famiglie come tante ricongiunte in Italia da Israele, alle prese con le gite e con i passeggini, con i giochi dei bimbi, con le speranze di futuro per i propri figli. E poi Aya scrive che quanto accaduto «vorremmo fosse un punto di svolta perché tragedie simili non si ripetano. Ci sono stati incidenti inimmaginabili in Italia negli ultimi anni, tutti dovuti a negligenza e mancanza di manutenzione. È ora di dire basta a questi omicidi insensati. Quello che è successo domenica non sarebbe dovuto accadere».

Intanto, la rete di solidarietà per Eitan continua a farsi più fitta. Dopo la raccolta di oltre 70mila euro organizzata da una piattaforma di crowdfunding e quanto già stanziato dal comune di Pavia (dove Eitan abitava con la famiglia), adesso i detenuti della Casa Circondariale di Treviso hanno avviato una ulteriore raccolta di fondi in suo favore. Lo ha reso noto la Direzione del carcere di Santa Bona, che ha voluto favorire la realizzazione dell’iniziativa, unendosi alla catena umanitaria italiana e israeliana. «Una tragedia simile – si legge in una nota – non può non colpire l’animo di tutti noi, e il pensiero va alle famiglie delle vittime».

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