mercoledì 14 settembre 2022
Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ricorda le tappe della lotta al Covid. «Siamo vicini al traguardo, ma non bisogna smettere di correre»
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Forse è presto per cantare vittoria, ma il presidente dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus non è mai stato così ottimista. «La scorsa settimana il numero di morti Covid è stato il più basso da marzo 2020. Non siamo mai stati in una posizione migliore per porre fine alla pandemia. Non ci siamo ancora, ma la fine è in vista. Un maratoneta però non si ferma quando vede il traguardo: corre più forte, con tutta l'energia che gli resta. Anche noi dobbiamo farlo. Siamo in una posizione vincente. Ma ora è il momento peggiore per smettere di correre». Chiede un ultimo sforzo il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità durante il periodico briefing con la stampa.

«Ora è il momento di correre più forte e assicurarci di superare il nastro del 'finish' e raccogliere i frutti di tutto il nostro duro lavoro», prosegue. «Se non cogliamo questa opportunità ora, corriamo il rischio di più varianti, più morti, più interruzioni di attività e più incertezza».

Lo sforzo dell'Oms è stato costante durante tutte le fasi della pandemia. «Dalla vigilia di Capodanno 2019 - e da allora ogni giorno - l'Oms ha lavorato senza sosta per avvertire il mondo e per fornire ovunque alle persone gli strumenti necessari per rimanere al sicuro, per salvare vite e mantenere le società funzionanti. Abbiamo aiutato i Paesi a costruire impianti di ossigeno e centri di trattamento. Abbiamo spedito milioni di mascherine, camici, test, vaccini e altro ancora nei Paesi che ne avevano bisogno, in tutto il mondo», ripercorre il Dg dell'agenzia Onu per la salute.

«Medici, infermieri e operatori sanitari si sono affidati alle linee guida dell'Oms per proteggersi e curare i propri pazienti. Abbiamo consigliato ai Governi come trovare il giusto mix di misure di salute pubblica. Con i nostri partner in Covax (la piattaforma che punta a garantire ampio accesso ai vaccini Covid anche nelle aree a basso e medio reddito del mondo), abbiamo consegnato più di 1,7 miliardi di dosi di vaccino in tutto il pianeta» e i Paesi poveri «si sono affidati a noi per tre quarti delle loro dosi di vaccino. Ora stiamo supportando le realtà a basso e medio reddito nell'obiettivo di sviluppare la propria capacità produttiva di vaccini. E infine abbiamo aiutato i Paesi a mantenere i sistemi e i servizi sanitari in attività anche sotto pressione».

Cruciale anche la lotta alla disinformazione. «Ogni giorno continuiamo a riunire gli esperti per condividere le ultime conoscenze scientifiche, monitorare i trend, analizzare le evidenze e dare raccomandazioni. Questo è ciò che continueremo a fare fino a quando la pandemia di Covid-19 non sarà davvero finita. Possiamo porvi fine insieme, ma solo se tutti i Paesi, i produttori, le comunità e le persone si faranno avanti e coglieranno questa opportunità».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: