giovedì 1 agosto 2013
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​Una normativa «che voglia combattere la violenza contro gli omosessuali» non può diventare «un bavaglio contro la libertà di opinione né tanto meno un limite alla libertà delle confessioni religiose». Cosimo Ferri (Pdl) , sottosegretario alla Giustizia, chiede che la legge sull’omofobia, «nata per combattere le giuste discriminazioni non si trasformi in un provvedimento a sua volta discriminante».Sottosegretario Ferri, qual è il suo giudizio sul compromesso raggiunto alla Camera sulla legge contro l’omofobia, che ha suscitato tante polemiche?L’ultima versione approvata in commissione Giustizia estende la legge Mancino – che riguarda la lotta contro l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi –  anche alle motivazioni di omofobia e transfobia. In linea generale direi che si sta andando verso la giusta direzione. Dobbiamo dire sì alla tutela dei diritti degli omosessuali perché le discriminazioni vanno combattute, ma bisogna stare attentissimi a salvaguardare la libertà di pensiero, che resta un principio fondamentale della nostra Carta Costituzionale. Ed è proprio qui che si appuntano molte delle critiche al testo. Senza correttivi efficaci, un ministro di culto che indica ai propri fedeli il matrimonio naturale come via da seguire rischia una condanna penale.È chiaro che intervenire con lo strumento penale nei confronti delle opinioni è sempre un rischio. Per questo bisogna mettere dei paletti ed eliminare ogni incertezza interpretativa. Non dobbiamo lasciare margini a chi magari pensa di utilizzare la nuova norma come un’arma puntata contro la libertà di opinione dando letture "creative" dei nuovi reati.Per essere espliciti?Sostenere di essere contrari al matrimonio tra omosessuali non può diventare reato. Né tantomeno si può parificare chi commette violenze contro gli omosessuali a chi, per motivi religiosi o culturali, si limita a sostenere che diritti propri della famiglia tradizionale non possono essere estesi ad altre forme di unione.La legge è d’iniziativa parlamentare. Ma quale può essere il ruolo del governo?La materia discussa non fa parte del programma di governo. Personalmente ritengo che dobbiamo farci guidare dal rispetto della Costituzione, la quale all’articolo 3 sancisce la difesa delle diversità e la pari dignità sociale di tutti i cittadini davanti alla legge. Bisogna stare attenti ad evitare di introdurre un testo normativo che, restringendo indebitamente la libertà di manifestazione del pensiero, potrebbe arrecare un significativo vulnus all’articolo 21 della Carta che garantisce a tutti il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.Come si muoverà quindi il governo?Auspico che si arrivi a un equilibrio tra principi evitando che, per punire condotte discriminatorie nei confronti degli omosessuali, vengano pregiudicati altri valori, anch’essi costituzionalmente rilevanti. Tra questi vi è, innanzitutto, e come già detto, la libertà di manifestazione del pensiero, principio imprescindibile per qualsiasi sistema autenticamente democratico; ma vi è anche la libertà di religione, che la nostra Costituzione prevede specificando anche che si tratta di un diritto che comprende anche quello di "fare propaganda" liberamente della propria fede religiosa e di professarla "in qualsiasi forma". Un diritto che potrebbe essere irragionevolmente limitato dalla introduzione di fattispecie penali che incriminassero condotte di mera propaganda di idee.
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