lunedì 19 ottobre 2020
Il segretario Gurria: l'adozione di politiche appropriate in materia di migrazione e di integrazione sarà essenziale se vogliamo garantire una ripresa forte e realmente inclusiva"
Ocse: la pandemia è un rischio per l'integrazione dei migranti
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La crisi del coronavirus "mette in pericolo le migrazioni e i progressi realizzati in materia di integrazione": questo l'avvertimento lanciato dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), nelle prospettive migratorie 2020 presentate oggi a Parigi.

"I migranti sono in prima linea su questa pandemia", ha avvertito il segretario generale Angel Gurria, evocando, tra l'altro, i tanti lavoratori immigrati che forniscono un contributo fondamentale contro il virus, ad esempio in ospedale o nei servizi di nettezza urbana.

Gurria ha inoltre ricordato che le popolazioni migranti sono particolarmente "vulnerabili" ed esposte al virus, ad esempio, per condizioni di alloggio a volte precarie. Per lui, il Covid ha ridisegnato "tutta la carta delle migrazioni internazionali". Ma la migrazione "continuerà" a svolgere un ruolo fondamentale "sulla crescita e per "il mercato del lavoro".

L'adozione di "politiche appropriate in materia di migrazione e di integrazione sarà essenziale in avvenire se vogliamo garantire una ripresa forte e realmente inclusiva" è il cuore del messaggio lanciato dall'Ocse, nel giorno della presentazione dell'Ocse Migration Outlook 2020.

"Le migrazioni continueranno a svolgere un ruolo importante nella crescita economica e l'innovazione come anche nell'adattamento ai mercati del lavoro in rapida mutazione", avverte il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, nel presentare il rapporto assieme alla commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson.
Secondo Gurria, "dobbiamo evitare di tornare sui progressi acquisiti in materia di integrazione e ribadire che le migrazioni fanno parte integrante delle nostre vite".

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