martedì 19 settembre 2017
Provvedimento allo studio: si pensa a far pagare un forfait sul contante "in nero", e farne investire una parte in titoli di Stato. Il sottosegretario Boschi dà i numeri («23 miliardi») sull’evasione
Foto d'archivio (Ansa)

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Un nuovo intervento per spingere all’emersione dal nero dei contanti. Il governo sta ragionando su una nuova versione della voluntary disclosure destinata a far emergere il denaro cash occultato al fisco. Secondo quanto anticipato dall’agenzia Ansa, la misura potrebbe essere inserita nel decreto collegato alla manovra, che dovrebbe contenere anche la «rottamazione bis» delle cartelle esattoriali. Tra le ipotesi c’è quella di fare pagare un forfait sul contante che si fa emergere, con il vincolo di investirne una quota in titoli di Stato.

Di uno strumento con obiettivi simili si era già parlato lo scorso anno con il varo della voluntary-bis quanto si era proposta una regolarizzazione delle somme con il pagamento di una flat tax del 35%, misura poi saltata nel timore di fare un regalo al riciclaggio. Ora si studia una terza puntata dove la vera novità sarebbe il vincolo della destinazione ai Buoni del Tesoro dei fondi emersi. Di sicuro c’è il fatto che il governo ha bisogno di rafforzare la manovra d’autunno sul lato delle entrate, per ora insufficienti a coprire i capitoli di spesa annunciati (decontribuzione per i giovani, incentivi all’industria, pensioni, povertà, ecc.).

Ieri Gentiloni (che da oggi sarà negli Usa per l’Assemblea Onu) ha ricevuto a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per fare il punto in vista della Nota di aggiornamento del Def, che sarà presentata venerdì al Consiglio dei ministri. È il do- cumento nel quale il governo fissa le nuove previsioni di crescita e la cornice di finanza pubblica, dal deficit al debito pubblico, all’interno del quale fissare la manovra che sarà varata a ottobre.

Ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi ha annunciato che il Pil salirà dell’1,5% e che la legge di bilancio «insisterà su misure come la fattura elettronica» mentre si sta «valutando l’opportunità di estendere lo split payment» del-l’Iva. Boschi ha sottolineato l’esigenza di rafforzare la lotta all’evasione fiscale, rivendicando però i risultati già conseguiti su questo fronte. «Attraverso un lavoro di squadra con la Guardia di finanza e le procure siamo passati dagli 11 miliardi del 2014 ai 23 miliardi» nel 2017, ha affermato, ricordando le «nuove misure di contrasto per consentire un maggior recupero del gettito con accordi con alcuni Paesi, come il Vaticano, la Svizzera e il Liechtenstein».

Sulla cifre diffuse è piccolo nato un caso perché 23 miliardi rappresenterebbe un forte aumento rispetto al 2016 quando, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate furono recuperati 19 miliardi, compresi i 4 miliardi dell’adesione volontaria (la voluntary disclosure, appunto). Al netto di questa entrata straordinaria lo scorso anno si era chiuso allo stesso livello del 2015, e poco sopra il 2014 (14 miliardi). In serata la stessa Boschi ha precisato che l’obiettivo stimato è «oltre i 20 miliardi».

Scettico l’ex viceministro all’Economia Enrico Zanetti: «Inviterei a maggior cautela sui numeri», ha affermato parlando di «operazione funambolica» sul 2017, perché «al dato di obiettivo che è di 15,7 miliardi, si aggiungono effetti stimati su istituti come la rottamazione delle cartelle e lo split payment che ben poco c’entrano». Duro il commento di Sinistra Italiana: «Fanno i condoni e li chiamano lotta all’evasione, una truffa ». Mentre Forza Italia dice no allo split payment: «più che uno strumento di contrasto» al nero «si sta rivelando una tassa occulta».

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