martedì 30 ottobre 2018
La diocesi pubblica un volume per fare memoria. L'arcivescovo Boccardo: tra la gente brilla ancora la stella della delusione per le promesse vane. Ma la speranza e la volontà di restare resistono
I monaci benedettini in preghiera a Norcia

I monaci benedettini in preghiera a Norcia

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Sono passati due anni da quella domenica mattina del 30 ottobre 2016 quando, alle 7.41, un violento terremoto ha distrutto case, chiese, edifici pubblici, scuole e aziende in Valnerina. Non ci furono vittime ma la choc è stato grande. L’immagine simbolo di questo sisma è stata la gente di Norcia, insieme ai Monaci benedettini, inginocchiata in preghiera intorno alla statua di san Benedetto nella piazza principale della città subito dopo la violenta scossa, dinanzi alle macerie della Basilica del Santo patrono d’Europa. E anche quest’anno alle 7.41 c’è stato un breve momento di preghiera presieduto dal vicario generale dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia monsignor Luigi Piccioli. Con lui, sotto una pioggia battente, insieme a fedeli, monaci, sacerdoti e autorità.

Per l'anniversario l’Archidiocesi ha anche raccolto in un volume, “Dalla stella della paura…alla stella della speranza”, articoli e foto pubblicati nel periodico cartaceo diocesano Il Risveglio News. È un modo per ripercorrere la vicinanza costante e discreta, silenziosa ma fattiva della Chiesa alle popolazioni terremotate. Si rivedono i volti di tante persone (papa Francesco, vescovi, preti, suore, volontari giunti da ogni parte d’Italia e non solo) che hanno sostenuto le popolazioni della Valnerina a curare i cuori feriti, che hanno portato quella speranza nel domani affievolita dalle scosse sismiche e sbriciolata dalla scosse burocratiche di una ricostruzione lenta e difficile.

Nella prefazione l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, scrive: «La stella della speranza continua a brillare con grande splendore. La gente non si stanca di guardare avanti e continua a seminare iniziative di vita che germogliano e portano frutto. È gente che in maniera silenziosa alza lo sguardo al cielo per ricercare la stella della preghiera e si affida al Dio provvidente e misericordioso. Tra questa gente – osserva Boccardo – brilla però anche la stella della delusione e della frustrazione: in tanti sono venuti e hanno detto “non vi dimenticheremo, non vi lasceremo soli”, ma dopo due anni tante promosse sono risultate vane, la ricostruzione stenta a ripartire, la burocrazia ritarda ogni iniziativa e la sfiducia e la rassegnazione sono sempre in agguato. Ma c’è un’altra stella che sembra meno luminosa e che invece risplende nella notte più oscura: è quella dell’impegno che guida il cammino di tanti che, spesso nel silenzio e nella discrezione, vogliono tessere nuovamente il tessuto sociale e restituire a questi territori una vita sicura e dignitosa e garantire ai giovani un futuro possibile e fecondo».

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