mercoledì 11 dicembre 2013
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Cipriano Chianese, l’avvocato imprenditore di Parete, proprietario tra l’altro della discarica Resit di Giugliano, considerata una vera bomba ecologica, accusato dai pentiti di essere l’inventore delle ecomafie, è stato arrestato. Storia triste e singolare la sua. Penso ai suoi genitori. Non li ho mai conosciuti, ma non mi viene difficile immaginare ai sacrifici fatti per mantenere quel figlio a scuola. 
Un figlio avvocato, medico, ingegnere è stato il sogno di tutti i nostri vecchi. Un figlio signorino, che sapesse maneggiare la penna e parlare in italiano correttamente. Lavorare la terra è bello, ma tanto faticoso. Loro, i nostri padri, ne sapevano qualcosa, per questo incurvarono la schiena dalla fatica per farci vivere una vita più comoda e pulita. Esercitare la professione di avvocato, frequentare tribunali e magistrati, però, non ha significato per Chianese innalzarsi moralmente, spiritualmente, umanamente. Al contrario. ​L’ avvocato, infatti, è accusato di essere il colletto bianco del clan dei casalesi. Terribile. Incomprensibile. La bramosia di possesso e di potere porta l’uomo al suicidio morale, umano, economico. In preda a questa autentica disgrazia l’uomo non è più capace di gioire e di godere. Di sperare e di sognare. A Chianese, infatti, sono stati sequestrati beni per decine di milioni di euro. Tanta fatica, tanti peccati per accumularli ed ecco vederli svanire in un attimo.
Una vecchia canzone napoletana faceva amaramente dire ai genitori contadini di un famoso avvocato che, immerso in mille cose, non trovava nemmeno il tempo di fare loro visita: “ sarebbe stato meglio insegnarti a zappare la terra”. Quante illusioni ci siamo fatti. Quante delusioni abbiamo dovuto ingoiare. Quanta menzogne ci siamo bevuti. Nei secoli passati ci fu chi si convinse e fece di tutto per convincere gli altri che qualche anno di studi in più, una o più lauree, avrebbero reso migliore l’uomo.
La Chiesa di Cristo, pur facendo di tutto per migliorare e promuovere l ’uomo, a queste ingenuità non ha mai creduto. Forte dell’insegnamento del suo Signore, ha sempre saputo che il cuore dell’uomo – di tutti gli uomini, laureati e no – è un abisso. Un abisso incolmabile che non si riempie moltiplicando le cose. Al contrario. La gioia che l’uomo cerca aumenta solo dividendo con gli altri quel poco che si ha. Il nostro cuore è elastico. Non si riempie mai. Solo Lui, l’Immenso, l’Infinito, il Sommo, l’Inenarrabile, il Dio con noi, in modo misterioso, riesce a colmarlo.
L’avvocato Chianese è stato arrestato e tanta gente tira un sospiro di sollievo. Anzi, a dire il vero, è proprio contenta. La nostra terra sta soffrendo pene amare anche grazie a lui, ai suoi traffici, alla sua sete di denaro. Penso ai figli. Ai figli che gli vogliono bene. Ai figli che tentano di difenderlo. Penso alla sofferenza che stanno sopportando. Al loro animo dilaniato tra il desiderio di vedere il loro papà libero e felice, innocente e onorato, e la tristissima realtà in cui sono stati gettati. Penso a questi giovani ai quali è stato negata anche la gioia di protestare e combattere come tutti i loro coetanei per la loro terra. Penso a questi giovani condannati, come tutti, a pagare le conseguenze del disastro campano. 
Penso alla Resit di Giugliano. Una vergogna. Tutte le volte che ci vado, me ne torno stanco e depresso. Come svuotato. Un luogo infernale. Una autentica follia. Torna la domanda: ma mentre Chianese faceva affari con Tizio o Caio e sversava tonnellate di immondizie industriali in quella zona, chi doveva controllare dove stava? Saranno anch’essi condannati un giorno? Per bonificare quell’area ci vorranno milioni a palate. E non si sa dove trovarli. Non è tutto. Il geologo Giovanni Balestri, ha detto a chiare lettere che il peggio non è ancora arrivato. Secondo questo esimio studioso, infatti, tra quasi 50 anni, quando cioè il percolato giungerà alla falda si avrà una vera catastrofe.
Si continua a sperare. Si continua a lottare. Ma la follia umana non finisce qua. A pochi metri di distanza da questo sito, il comune di Giugliano, qualche anno fa, autorizzò l’insediamento di un campo Rom. Circa 400 persone vivono a ridosso della Resit. Quasi la metà sono bambini o adolescenti. Due mesi fa vi portai la Commissione Ambiente del Senato. I bambini ci corsero incontro mezzo nudi. Piangevano. Invocavano. Si lamentavano. Chiedevano di essere spostati dal quel luogo che puzzava terribilmente. In effetti un fetore acre aleggiava per l’aria togliendoci il respiro. Bambini rom, con la stessa dignità, gli stessi diritti dei bambini italiani, europei, abbandonati a ridosso di una discarica industriale altamente tossica. Cipriano Chianese è stato arrestato. Magra consolazione.
Sta accadendo qualcosa per la nostra terra? Abbiamo finalmente compreso che la questione è tanto seria e pericolosa che si risolve solamente unendo tutte le forze buone a disposizione dello Stato? C’è, però, una orribile parola che odiamo con tutte le nostre forze. Prescrizione. Ci fa paura più del lupo feroce e degli stessi roghi tossici. Celebrare un processo, riconoscere il colpevole e poi rimandarlo a casa è insopportabile. Occorre fare presto. Queste cose non debbono accadere più. I colpevoli debbono essere condannati, rinchiusi, scontare la pena. Debbono ravvedersi. Chiedere scusa a chi hanno fatto male. Debbono, con le sostanze sottratte, tentare di ripagare i danni. Il tesoro messo da parte sulla pelle della gente deve essere riconsegnato ai legittimi proprietari Chianese sa che tanta gente è morta e muore anche grazie ai suoi insopportabili intrallazzi.
Noi non siamo invasi dalla sete di vendetta. No, mai. L’odio non deve infangarci il cuore. Allora si che avremmo irrimediabilmente perduto la battaglia. Siamo invece divorati da sentimenti di giustizia e di pacificazione. Noi crediamo fermamente che la Campania può risorgere dalla fossa mortale in cui è stata scaraventata. E faremo di tutto perché accada quanto prima.
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