giovedì 6 agosto 2020
Se la Fondazione con funzioni di indirizzo e di controllo dei Centri di servizio per il volontariato non dovesse rivedere la decisione di non accreditare il Csv Sardegna Solidale, sarebbe la paralisi
Una veduta di Cagliari

Una veduta di Cagliari - .

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Da una settimana il mondo del volontariato sardo è in fibrillazione. Se l’Onc – la Fondazione con funzioni di indirizzo e di controllo dei Centri di servizio per il volontariato – non dovesse rivedere al più presto la decisione di non accreditare il Csv Sardegna Solidale, sarebbe la paralisi o quasi per un sistema formato da 1.883 associazioni, 45mila volontari attivi e 82mila occasionali. Lettere e appelli sono partiti in direzione delle sedi istituzionali locali (Presidente della Regione e del Consiglio Regionale), mentre i dirigenti di Sardegna Solidale hanno anche scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a papa Francesco, che il 30 novembre del 2018 concesse una storica udienza speciale in Vaticano ai volontari pro- venienti dall’isola per celebrare i vent’anni dell’associazione.

I vescovi sardi sono prontamente intervenuti per chiedere – «con rispetto ma con il coraggio e il vigore che nasce dal nostro annuncio del Vangelo» - un ripensamento della decisione adottata, «che riteniamo non solo incomprensibile, ma anche ingenerosa per tutti coloro che si impegnano, particolarmente in questa fase storica, a trovare soluzioni di unità e di fraternità per la nostra gente». Secondo i dirigenti sardi, il mancato accreditamento – l’unico tra 49 Csv italiani che ne hanno fatto richiesta – sarebbe dovuto all’individuazione dell’organismo titolare del Csv istituito nell’isola sulla base di un decreto ministeriale dell’ottobre 1997: per Sardegna Solidale il titolare era (ed è) il Comitato promotore del Csv Sardegna Solidale, presieduto da don Angelo Pittau, recentemente trasformato in centro di Servizio Sardegna Solidale Odv.

Di diverso parere invece l’Onc, che ha dunque negato l’accreditamento. Don Angelo Pittau è amareggiato per questa vicenda. Del pianeta volontariato isolano questo ottantenne sacerdote, per decenni direttore della Caritas della diocesi di Ales- Terralba, fondatore di comunità per il recupero tossicodipendenti, per anziani soli, per giovani con problematiche varie, è il pioniere. «Fui io a proporre 22 anni fa come segno profetico di unità, di comunione di quanti nella Sardegna si spendevano nella gratuità e nel servizio per il bene comune al di là di ogni schieramento ideologico, di fedi, di culture, di politiche, la costituzione di un organismo di coordinamento: si fondò il Comitato Promotore del Centro Servizi per il Volontariato. Presidente del Comitato promotore venni nominato io, incarico ricoperto sino a due mesi fa. Sono testimone di questo spirito di unità nelle mille e mille iniziative di formazione, di servizio eroico nel volontariato per la Sardegna tutta dalla Carovana del Volontariato, alle Marce della Pace, alla visita da papa Francesco, alla presenza quotidiana per la soluzione di tutti i bisogni della società sarda nelle sue diverse articolazioni. La stella polare del nostro agire – conclude don Pittau, che ha annunciato la discesa in campo degli avvocati – sono il servizio e la gratuità».

Una radiografia oggettiva confermata dalla Conferenza episcopale sarda: «Noi vescovi conosciamo da tempo l’impegno di Sardegna Solidale rivolto al bene comune, grazie all’animazione del variegato mondo del volontariato, oltre che con iniziative e mobilitazioni che hanno segnato la storia della nostra terra».

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