giovedì 5 dicembre 2019
La metà di questi poveri sono italiani. Fondamentale il ruolo delle cooperative sociali e del volontariato
Il luogo dove è stato trovato morto il clochard. Alla stazione Molino Dorino della Metropolitana milanese

Il luogo dove è stato trovato morto il clochard. Alla stazione Molino Dorino della Metropolitana milanese - Fotogramma

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Nica Tudor, un clochard romeno, è stato trovato morto stamani, probabilmente anche per il freddo, nei pressi della stazione della metro di Milano di Molino Dorino. L'uomo aveva 64 anni. La prima a chiamare il 118 attorno alle 7 e 40 è stata una studentessa che tutte le mattine prende la metropolitana alla stazione della metro di Molino Dorino e vedeva il disabile all'ingresso, sulla sua carrozzina. Quando i soccorritori sono arrivati hanno solo potuto constatare il decesso, avvenuto diverse ore prima.

L'uomo era conosciuto da diversi anni dall'Assessorato ai servizi sociali del Comune di Milanosceva. Era stato più volte intercettato dalle unità mobili, spiegano a Palazzo Marino, "che ogni notte perlustrano la
città per monitorare la situazione dei senza dimora e convincerli ad accettare un posto nelle strutture".

Anche la scorsa notte, l'uomo "aveva rifiutato di parlare con l'equipe intervenuta e pronta a portarlo al Piccolo rifugio per la notte - spiegano i responsabili -. Non è infatti possibile obbligare nessuno ad accettare un posto letto, deve essere una scelta spontanea".

"Solo a febbraio 2019, viste le sue condizioni di salute, era stato ricoverato per un mese nella struttura comunale dedicata ai post acuti, ma anche in quel caso era andato via spontaneamente - ricostruisce l'Assessorato -. Nel 2016 aveva fatto ritorno in Romania, aiutato da un'associazione ma era rientrato in Italia dopo poco tempo. Ultimamente questa volontà di tornare nel suo paese era tornata a manifestarsi, ma non si riusciva a capire quanto fosse reale".

"È bene ricordare - sottolineano i Servizi sociali comunali - che solo le strutture per l'accoglienza dei senza dimora sono aperte anche a persone senza documenti in regola".

51mila senzatetto a rischio per il freddo

“Sono oltre 51mila i senzatetto a rischio freddo in Italia con sistemazioni precarie sui marciapiedi, nelle stazioni e sotto i portici delle città e per i quali l’unica speranza sono i servizi di assistenza dei comuni, le associazioni di volontariato e le cooperative sociali che si occupano delle fasce più disagiate”. Le condizioni di queste persone sono precarie e l'abbassamento della temperatura spesso ne piega la resistenza fisica.

È quanto emerge da una analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, in relazione al clochard trovato morto a Milano, probabilmente a causa del freddo, su una carrozzina e coperto solo da un piumone.

“L’abbassamento delle temperature sta creando una situazione ad alto rischio per chi non ha una casa o un rifugio – spiega Uecoop –: dai clochard ai ragazzi sbandati, dagli anziani ai padri separati e magari disoccupati che non hanno più le risorse per pagarsi una abitazione”.

“Più di 8 senzatetto su 10 –evidenzia Uecoop su dati Istat – sono maschi e in oltre la metà dei casi si tratta di stranieri. Si tratta di una fascia di disagio sociale che comprende i 300mila nuovi poveri che fra il 2016 e il 2017 hanno fatto superare all’Italia la quota di oltre 5 milioni di persone che vivono in miseria. Un panorama di difficoltà materiali e sociali nella rientrano anche 1,4 milioni di persone sopra i 65 anni che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento”.

A fronte di situazioni di bisogno sempre più ampie, secondo Uecoop, “emerge la necessità di un maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale”. In questo scenario “risulta strategico potenziare un sistema di welfare che valorizzi – conclude Uecoop – la parte più avanzata quel mondo cooperativo per affiancare con qualità e professionalità il servizio pubblico dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione”.


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