martedì 25 ottobre 2016
Nella relazione degli ispettori ministeriali «non si evidenziano elementi correlabili all'argomento "obiezione di coscienza"»
Il pronto soccorso dell'ospedale Cannizzaro di Catania

Il pronto soccorso dell'ospedale Cannizzaro di Catania

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«In via preliminare, si ritiene opportuno specificare che dalla documentazione esaminata e dalle numerose testimonianze raccolte dal personale non si evidenziano elementi correlabili all’argomento “obiezione di coscienza”. Si è trattato di evento abortivo iniziato spontaneamente, inarrestabile, trattato in regime d’emergenza». Non lascia spazio ad equivoci la relazione stilata dalla “task force” inviata a Catania dal ministero della Salute in relazione alla morte della 32enne Valentina Milluzzo, avvenuta domenica scorsa, poco prima delle 14, all’ospedale “Cannizzaro” (dove era ricoverata con diagnosi di minaccia di aborto), e seguita, di qualche ora, da quella dei due gemelli che da cinque mesi portava in grembo, dopo un procedimento di procreazione assistita, eseguito in un’altra struttura sanitaria. Nel documento firmato da Francesco Enrichens, coordinatore della “pattuglia” istituita dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il 27 marzo dell’anno scorso, viene esclusa in maniera perentoria l’ipotesi che il medico intervenuto nel momento più critico, in particolare quello immediatamente precedente la morte della donna, possa avere fatto presente di non intendere procedere con l’aborto terapeutico in quanto obiettore di coscienza, come invece hanno riferito dai parenti della vittima, in particolare il padre Salvatore e il marito Francesco Castro, e dal loro avvocato, Salvatore Catania Milluzzo. La relazione preliminare, in possesso del ministero della Salute dal tardo pomeriggio di ieri, quindi, appare in linea con quanto già espresso qualche giorno dopo l’accaduto dai vertici dell’ospedale “Cannizzaro”, segnatamente il direttore generale, Angelo Pellicanò, e il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia, Paolo Scollo. E, dopo le indiscrezioni trapelate rispetto alla relazione degli “ispettori” inviati dal ministero competente, anche ieri dall’azienda ospedaliera “Cannizzaro” non è arrivato alcun commento. Il direttore generale, Angelo Pellicanò, dopo avere messo nei giorni scorsi un punto fermo, escludendo l’ipotesi di obiezione di coscienza, continua a mantenere un profilo basso. Dalla direzione, comunque, trapela un senso di sollievo per i primi esiti delle verifiche ministeriali, come pure la fiducia e il rispetto dinanzi alle indagini della magistratura. Quella di oggi sarà una giornata decisiva sul fronte delle indagini, considerato che in mattinata la Procura della Repubblica renderà noto il collegio di consulenti, composto - era stato annunciato - da professionisti provenienti da fuori Sicilia, che parteciperanno all’autopsia che verrà eseguita, probabilmente, oggi stesso o, al massimo, domani. L’esame autoptico sulla sfortunata Valentina si preannuncia particolarmente affollato, considerato che ciascuno dei 12 indagati ha diritto a fare presenziare per proprio conto un consulente; lo stesso, ovviamente, faranno i parenti della vittima che, si legge nella relazione degli ispettori, «sono stati sempre informati e sostenuti dall’intera équipe degli ostetrici e degli anestesisti». Entro 30 giorni dalla relazione preliminare, che reca la data di stesura del 21 ottobre scorso, la “task force” inviata dal ministero della Salute provvederà a redigere quella definitiva.

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