venerdì 26 giugno 2020
Nella notte incendiato un pulmino degli immigrati. La "zona rossa" non ferma lo sfruttamento dei braccianti
Un abitante del complesso ex Cirio getta una sedia dal balcone

Un abitante del complesso ex Cirio getta una sedia dal balcone - Ansa

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Continua a restare alta la tensione a Mondragone dove quattro palazzi nei quali vive una comunità bulgara, sono stati dichiarati zona rossa per il Covid-19. Prima fino al 30 giugno e ora fino al 7 luglio. Dopo più di settecento tamponi i positivi sono risultati 49. Ma a preoccupare è il clima che si è creato. Una gravissima conferma la scorsa notte, quando è stata lanciata una bottiglie incendiaria contro il pulmino di un bulgaro, proprio sotto il palazzi ex Cirio, palazzi del degrado, dell'emarginazione e dello sfruttamento. Un fatto gravissimo, malgrado la forte presenza delle forze dell'ordine, alle quali si stanno aggiungendo il militari dell'Esercito inviati dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

E su questo clima torna a parlare il vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Orazio Francesco Piazza che tre giorni fa aveva invitato ad evitare "atteggiamenti xenofobi". "Purtroppo - ci dice - quello che temevo è accaduto. Ora - è la sua proposta - spero che si faccia un tavolo di confronto per cercare di orientare gli sviluppi, evitando che la situazione sia gestita da forze sbagliate. E mi riferisco a ambienti illegali. È questo mondo dell'illegalità a soffiare sul fuoco". E poi un invito. "Bisogna occuparsi della situazione e non solo preoccuparsi. In questo momento agiscono le forze dello Stato. Vedremo gli sviluppi per capire come intervenire come Chiesa che però già da anni è vicino alla comunità bulgara con fatti concreti. Però ora tocca davvero darsi da fare. Questa può essere un'occasione propizia per una svolta, per risolvere un dramma che va avanti da troppi anni. Con persone sfruttate sui campi e anche con gli affitti in nero".

Ieri oltre alla presenza dei militari, l'area è stata sigillata con jersey di cemento. Soprattutto per evitare quanto accaduto giovedì. Prima la protesta dei bulgari, e anche di qualche italiano che vive nei palazzi, che sono usciti inscenando una manifestazione attorno agli edifici. Poi l'arrivo di alcune decine di cittadini mondragonesi che sotto i palazzi hanno cominciato a urlare contro i bulgari. La risposta è stato il lancio di alcuni oggetti dalle finestre, comprese due sedie, una delle quali ha ferito leggermente un poliziotto. Ma non è finita, perchè alcuni hanno danneggiato ale auto dei bulgari. La protesta dei cittadini si poi spostata sulla statale Domiziana, l'arteria principale che attraversa Mondragone collegando il Lazio alla Campania. In centocinquanta hanno bloccato la circolazione fino a mezzanotte, costringendo a deviare il traffico all'interno del paese.

Il complesso ex Cirio a Mondragone

Il complesso ex Cirio a Mondragone - Ansa

Una situazione davvero caldissima che coinvolge persone da anni vittime di sfruttamento. I bulgari, intere famiglie, tutte provenienti da Nova Zagora e Stara Zagora, territorio poverissimo, arrivano a Mondragone per la raccolta del pomodoro, sfruttati da caporali e imprenditori fuori legge. Vivono in più di mille nei grandi palazzi ex Cirio, pagando in nero l'affitto ai proprietari italiani, fino a 100 euro a persona al mese, e negli appartamenti vivono anche in 15. Doppio sfruttamento e nessuna integrazione. Anche nel passato ci sono state tensioni ma mai come ora. C'è chi accusa i bulgari di aver portato il contagio. E lo fanno sui social anche noti esponenti dei clan locali. Come sempre pronti a intercettare e cavalcare la protesta.

Eppure i bulgari sono qui solo per lavorare, braccianti sui campi del pomodoro. E infatti qualcuno anche dopo l'istituzione della "zona rossa", è riuscito all'alba ad andare sui campi. Per non perdere quel poco che gli dà l'imprenditore. Italiano, ovviamente. Come ci racconta un testimone, alcuni di loro hanno lavorato anche in un campo a poche centinaia di metri dai palazzi. Nascosti da un alto telo verde messo apposta per coprire la loro presenza. Sicuramente non messo da loro ma dal proprietario del terreno. Altri 19 che si erano allontanati dai palazzi sono stati rintracciati nella Piana del Sele, nel Salernitano, altro territorio agricolo ma anche di forte sfruttamento dei braccianti immigrati, soprattutto per le colture in serra. Sottoposti a tampone sono risultati negativi. E dopo i controlli agli abitanti dei palazzi, ora si è partiti con uno screening di tutti i cittadini di Mondragone, su base volontaria. Due camper della Asl sono a disposizione. "Se arriviamo a 100 positivi chiudo tutta la cittá", avverte il presidente della regione, Vincenzo De Luca. E mentre la tensione in serata sembra scendere, per lunedì è annunciato l'arrivo del leader della Lega, Matteo Salvini.

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