domenica 3 settembre 2017
Le strategie degli antivaccinisti per aggirare la legge. L’autocertificazione? Aiuta
Moduli e morbillo party per i no-vax
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Il percorso, a sorpresa, s’è fatto più semplice. Niente più “prenotazione tattica”, un modulo redatto apposta per i genitori no-vax in cui si cedeva a fissare un appuntamento all’Asl di competenza per procedere alle vaccinazioni dei figli e in cui tuttavia – queste le indicazioni dei capi del movimento – si doveva parlare di « eventuale profilassi», chiedendo esplicitamente di «trasmettere ogni informazione utile e necessaria ad esprimere il nostro consenso in merito ai vaccini proposti». Cercasi scappatoia. La circolare diramata venerdì dai ministeri della Salute e dell’Istruzione prevede invece che ai genitori, per l’iscrizione all’asilo dei piccoli, basti la sola autocertificazione (senza copia della prenotazione) ed ecco prendere forma in un colpo le speranze di chi fra gli antivaccinisti nelle ultime settimane si era scervellato per offrire soluzioni ai propri compagni: «Si può fare». Cosa? Certo non vaccinare, ma eludere ancora e il più a lungo possibile la legge «fascista» che impone di «avvelenare» i bambini in nome della scienza. Sulla pagina Facebook del Comilva, il Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni, i toni non sono pacati. È lì, fra i quasi 29mila followers, che si misura il polso accelerato del popolo arancione: «Mio figlio non ha fatto nessuna vaccinazione, cosa devo fare per iscriverlo?», «C’è un referente a Varese?», «Dove si possono trovare i riferimenti di gruppi già costituiti? Sono nuova a Milano e vorrei capire a chi rivolgermi». E ancora: «Corregga se sbaglio. Devo fare una prenotazione per la vaccinazione all’Asl che non farò mai naturalmente?». Tra i post e i commenti si alternano le locandine degli appuntamenti previsti in tutta Italia in questi giorni, da Trieste a Matera, da Rimini a Genova fino a Catania: «Incontro informativo vaccini. Cos’è cambiato e come comportarsi » recitano.

L’autocertificazione “atipica”. C’è poi il link – fondamentale – alla pagina del sito del Comilva in cui si spiega nel dettaglio, a mamme e papà, come procedere. Qui tutto ruota attorno all’autocertificazione, che i novax definiscono atipica. Non a torto, visto che la cosiddetta dichiarazione sostitutiva di certificazione – che per legge può essere prodotta in sostituzione di specifici certificati – dovrebbe riguardare condizioni che devono essere già note alla Pubblica amministrazione e tra cui non rientrano i vaccini, né i certificati medici. Ma tant’è, la legge prevede la possibilità e su questa il Comilva ra- giona. A partire da un messaggio chiaro, messo nero su bianco: l’autocertificazione «deve attestare fatti esistenti, non condizioni future (quantunque ipotetiche)». Dunque questa autocertificazione «non stabilisce un contratto, una promessa o un accordo di alcun tipo». Si tratta semplicemente, allora, di compilare il fac-simile elaborato dai legali del Coordinamento e fornito in formato word, in cui si sostiene di aver «presentato formale richiesta di appuntamento per l’eventuale esecuzione delle vaccinazioni previste». Se il modulo leggermente diverso dagli altri passerà indenne sotto gli occhi di chi, nelle oberate segreterie scolastiche, avrà l’incarico di passare le centinaia di autocertificazioni, bene. Se invece qualche solerte funzionario che intende «applicare alla lettera le indicazioni contenute in questi documenti istituzionali» dovesse contestare il modulo «non dovete cedere alle loro pressioni. Bisogna insistere. Rifiuti della vostra documentazione si configurano in un abuso di potere e vanno impugnati legalmente ».

Al “morbillo party”. E la scadenza del 10 marzo per la presentazione effettiva dei documenti di avvenuta vaccinazione? Non spaventa. C’è tempo perché arrivi la sentenza della Corte Costituzionale (il Veneto ha impugnato il decreto), perché in nome delle difficoltà burocratiche qualcos’altro cambi nell’attuazione della legge e, soprattutto, perché i bimbi si ammalino. Tra le ultime mode dei più intergalisti tra i no-vax è tornata infatti in auge quella del “varicella party” e del “morbillo party”: ci si mette in contatto privatamente sui social network, si annuncia che il proprio piccolo ha contratto la ma-lattia infettiva e si aprono le porte di casa a chi preferisce la malattia al vaccino. Nel gruppo Facebook segnalato qualche giorno fa al Garante dell’infanzia e dell’adolescenza delle Marche Andrea Nobili – e da quest’ultimo denunciato alla Polizia postale, che l’ha oscurato – si organizzavano incontri tra bambini per «immunizzare in modo naturale e a vita il proprio figlio come una volta». E risultavano iscritte 400 persone. Ma ci sono anche molti annunci sulle bacheche private: «Salve a tutti – scriveva una mamma l’11 agosto sempre su Facebook – vorrei fare un appello a tutti. Se per caso qualcuno dei vostri figli sta contraendo qualche malattia esantematica tipo morbillo parotite varicella rosolia e siete di..., in provincia di..., vi prego di avvisarmi. Porterò mio figlio a contatto col vostro per farlo ammalare come vuole natura».

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