domenica 9 agosto 2020
Svolta nelle indagini in corso a Malta sulle minacce subite dal giornalista di “Avvenire” Nello Scavo. Risale, infatti, a giovedì l’interrogatorio del funzionario maltese
Neville Gafà, il mediatore maltese ha ammesso di avere negoziato già tre anni fa con Tripoli un accordo segreto per il respingimento dei migranti

Neville Gafà, il mediatore maltese ha ammesso di avere negoziato già tre anni fa con Tripoli un accordo segreto per il respingimento dei migranti - .

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Svolta nelle indagini in corso a Malta sulle minacce subite dal giornalista di “Avvenire” Nello Scavo. Risale, infatti, a giovedì l’interrogatorio del funzionario maltese Neville Gafà da parte del Dipartimento di Investigazione criminale. Gafà ha confermato di essere stato convocato dalla polizia ma si è rifiutato di dire se ciò fosse collegato alle minacce avanzate su Twitter all’inviato del nostro giornale. Dopo la notizia che ha svelato l’incontro al Cara di Mineo tra il trafficante “Bija” e una delegazione del governo italiano per limitare le partenze dal Paese nordafricano (avvenuto nell’ottobre 2019), “Avvenire” ha pubblicato una serie di altre inchieste sugli sbarchi dei migranti che coinvolgono Malta.

Si tratta del mancato soccorso a una nave naufragata, la cosiddetta “Strage di Pasquetta”, del coinvolgimento del governo dell’isola in una strategia di respingimenti illegali dei barconi, utilizzando anche pescherecci, insieme alla guardia costiera libica e, infine, del traffico di petrolio in combutta con alcuni clan siciliani. Il 17 luglio la questione è stata portata in Parlamento durante il “question time” dalla parlamentare del Movimento 5 Stelle Alessandra Ermellino.

La scorsa settimana il ministero degli Esteri maltese ha confermato di aver domandato alla polizia di investigare sulle sue dichiarazioni. È previsto che nell’inchiesta sia sentito anche Scavo, affiancato nell’occasione dalla Federazione Nazionale della Stampa e dall’avvocato Giulio Vasaturo, pronti a costituirsi in un eventuale giudizio a carico di Gafà per difendere il lavoro d’inchiesta svolto da “Avvenire” e di tutti i giornalisti italiani.

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