martedì 27 giugno 2017
La struttura, inaugurata in pompa magna due anni fa dal Comune (con tanto di pannelli fotovoltaici e piante recuperate da Expo), si è rivelata un forno per oltre 100 piccoli del nido e della materna
La struttura che ospita l'asilo nido e la scuola d'infanzia del quartiere Rubattino, a Milano. Inauguarata due anni fa, è un cubo di cemento in pieno sole dove durante il giorno la temperatura sale fino a 32 gradi in alcune aule, come riscontrato da un'ispezione dell'Ats richiesta dai genitori e avvenuta il 20 giugno.

La struttura che ospita l'asilo nido e la scuola d'infanzia del quartiere Rubattino, a Milano. Inauguarata due anni fa, è un cubo di cemento in pieno sole dove durante il giorno la temperatura sale fino a 32 gradi in alcune aule, come riscontrato da un'ispezione dell'Ats richiesta dai genitori e avvenuta il 20 giugno.

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Ci sono fino a 32 gradi nelle aule dell’asilo nido di via Caduti in Missione di Pace, quartiere Rubattino, periferia est della città. Un bagno turco senza vapore, lì dove sono sistemati materassini e lenzuoli per far dormire i bimbi tra 8 mesi e 3 anni di età, al primo piano di una struttura dotata di tutti i comfort estetici, inaugurata appena due anni fa in pompa magna dal Comune (con tanto di pannelli fotovoltaici e piante donate da Expo) in segno di riqualificazione e attenzione per una zona residenziale da sempre sguarnita di infrastrutture e con numerosi problemi di sicurezza.

I tecnici dell’Agenzia di tutela della salute (Ats) hanno rilevato la temperatura da capogiro in un’ispezione avvenuta martedì 20 giugno, in seguito alle decine di esposti presentati all’Ufficio di igiene e sanità pubblica di via Statuto dai genitori. Che da mesi, ormai, sono in rivolta e chiedono alla Direzione educativa un intervento strutturale che colmi le diverse lacune emerse subito dopo l’apertura dell’asilo: «L’edificio ospita anche una scuola materna, per un totale di oltre 100 bambini (ma l'anno prossimo saranno circa 130, ndr) – spiega Veronica Sculati, rappresentante dei genitori del nido – ed è un cubo di cemento circondato dal nulla: mancano alberi, qualsiasi tipo di ombreggiatura, gazebi, tendoni, persino strutture gioco. Così, se col sole gli spazi interni si trasformano in dei forni, anche fuori è impossibile per i bambini giocare vista la totale assenza di ripari. Una beffa a danno dei più piccoli».

I rimpalli fra gli uffici del Comune: «Non dipende da noi»

Di qui le prime segnalazioni inoltrate agli uffici competenti dalla dirigente, Annarita Mereu, e dal Consiglio di unità educativa 19: «In realtà avevamo sottoposto il problema già durante l’inverno alla Direzione educativa – spiega il presidente Chiara Sartori – ma senza successo. Dopo le richieste avanzate anche dalla dirigente, e ignorate, alla metà di aprile ci siamo rivolti a tutti gli attori istituzionali possibili». E così la mail con oggetto "emergenza asilo Rubattino" ha cominciato la sua serie di rimpalli: dal settore Parchi e giardini («non siamo competenti») al Servizio Progettazione scuole e strutture sociali («non dipende da noi») fino agli uffici dell’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, che nel suo incarico precedente di assessore ai Lavori pubblici aveva presenziato a una bella iniziativa organizzata all’asilo: la piantumazione degli alberi donati da Expo, «poi tutti morti – raccontano i genitori – perché nel giardino dell’asilo è impossibile accedere ai pozzetti dell’acqua, sistemati per un altro incredibile errore sotto le lastre di ghisa delle fognature».

Risultato, col caldo delle ultime settimane, la corsa dei genitori all’acquisto di tende, ventilatori, persino pinguini. E, ciò che è più grave, i primi malori fra i piccoli. Unici a intervenire, il presidente del Consiglio di zona 3 Caterina Antola e alcuni consiglieri che, dopo un sopralluogo, hanno donato alcuni gazebi per creare delle zone d’ombra in giardino e sui terrazzi del nido (grazie alla collaborazione di alcune associazioni di quartiere, su tutte Vivirubattino e Cooperativa edificatrice Ortica).

«Conosciamo bene la situazione dell’asilo – assicura il vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo –, la cui realizzazione strutturale non è stata felice. Per ora abbiamo chiesto di tamponare la situazione con una rotazione dei bambini negli spazi più freschi. Procederemo anche con l’installazione di piante ad alto fusto per garantire un’ombreggiatura». Risposte che non soddisfano né i genitori né il Consiglio educativo, soprattutto per le tempistiche: «E quando pensano di intervenire? Tra una settimana si chiude», prosegue Sculati. Il rischio, dopo l’ispezione dell’Ats e la prevedibile ingiunzione al Comune, è che senza cambiamenti a settembre l’asilo di Rubattino non riapra. Con 130 bimbi da sistemare altrove. Oppure che la situazione non cambi, e che col caldo di inizio scuola i bimbi si ritrovino nella stessa emergenza senza che nessuno abbia alzato un dito.

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