venerdì 19 marzo 2021
Aperto nella multietnica Baranzate l'11° supermarket solidale, il secondo nato durante l'emergenza sanitaria. Dal marzo 2020 l'intero dispositivo alimentare diocesano ha assistito 34mila persone
L'Emporio Caritas di Baranzate, hinterland multietnico di Milano, è l'11° attivo in diocesi e il secondo avviato in tempo di pandemia

L'Emporio Caritas di Baranzate, hinterland multietnico di Milano, è l'11° attivo in diocesi e il secondo avviato in tempo di pandemia - foto Caritas Ambrosiana-Filippo De Dionigi

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La pandemia non ferma gli Empori della solidarietà di Caritas Ambrosiana. Che in questi dodici mesi non soltanto non hanno mai interrotto il loro servizio a favore delle persone e delle famiglie in difficoltà, nemmeno nel lockdown più ferreo, ma sono addirittura cresciuti di numero. Con quello aperto questa settimana a Baranzate, infatti, sono diventati undici in tutto il territorio della diocesi ambrosiana. E quello avviato nei giorni scorsi nell’hinterland nord ovest di Milano, è il secondo nato nell’anno del Covid. Proprio la pandemia, col suo devastante impatto sociale, economico, occupazionale, ne ha rilanciato l’importanza. Dallo scoppio dell’emergenza sanitaria la rete degli Empori e delle botteghe solidali ha aiutato 18.249 persone, 8.883 delle quali vivono nell’area metropolitana milanese. In totale, dal marzo 2020, l’intero dispositivo alimentare di Caritas Ambrosiana – che è presenza capillare grazie ai centri d’ascolto parrocchiali – ha raggiunto 33.897 persone in tutta la diocesi, il 26,46% delle quali minorenni.
Aiutare rispettando la dignità personale. Con l’apertura a Baranzate, Comune fra i più multietnici a livello nazionale, gli Empori sono dunque saliti a undici, confermandosi quale decisiva rete di protezione nella drammatica temperie della pandemia. Tre sono attivi a Milano: alla Barona, a Lambrate e a Niguarda. Gli altri sono situati invece a Cesano Boscone, Garbagnate Milanese, San Giuliano Milanese, Rho, Varese, Saronno e Molteno. Ciò che li identifica è l’approccio non assistenziale e il rispetto della dignità delle persone aiutate. Niente pacchi viveri preconfezionati (che, pure, sono preziosi in tante circostanze): le famiglie, grazie alla tessera a punti loro assegnata, possono scegliere i prodotti secondo necessità e preferenze, come in un qualsiasi supermarket. E poi: qui si trovano anche prodotti freschi, con beneficio per la salute. Inoltre: gli Empori sono inseriti nella rete Caritas di recupero delle eccedenze alimentari. E sono collocati all’interno della rete di servizi e iniziative della diocesi e della Caritas con cui si aiutano persone e famiglie "fragili", povere, o impoverite dalla crisi socio-economica innescata dall'emergenza Covid, a intraprendere percorsi verso l’autonomia. Percorsi che possono beneficiare di strumenti come il Fondo Diamo Lavoro, il Fondo diocesano di assistenza o il Fondo San Giuseppe, voluto un anno fa dall'arcivescovo di Milano Mario Delpini proprio per aiutare quanti hanno perso lavoro e reddito a causa della pandemia.
Gualzetti: così inizia la ricostruzione post Covid. Per tutti questi motivi nell’ultimo anno la Caritas ha deciso di investire ancora di più sugli Empori. «Possibilità di scelta, autonomia e coinvolgimento non sono dettagli ma fanno la differenza tra assistenza e promozione umana: rispettare la dignità delle persone che chiedono – insiste Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – è la premessa affinché chi è finito sotto le macerie di questo terremoto non si perda d’animo e trovi la forza per tirarsi fuori. La ricostruzione post Covid deve iniziare già ora e non può prescindere da un aiuto che non mortifica».
Baranzate, vita nuova nell'ex capannone. L’Emporio di Baranzate è ospitato in un ex capannone industriale di via Fiume – acquistato nel 2018 dall’Associazione La Rotonda grazie a una donazione personale di Diana Bracco – che oggi è la "casa" dello Spazio InOltre. L’Emporio ha iniziato a funzionare questa settimana grazie al servizio prestato da operatori e volontari. Come negli altri supermarket solidali, distanziamento, mascherine e gel igienizzanti permettono di accogliere gli utenti in sicurezza. Questa nuova struttura sarà riferimento non solo per famiglie povere o "impoverite" del decanato di Bollate, al quale Baranzate appartiene, ma anche di territori contigui come Quarto Oggiaro, popoloso quartiere periferico di Milano.
Il parroco don Steffano: oltre l’assistenza e i pacchi viveri. «La crisi ha colpito più duramente chi stava peggio. Noi ne siamo stati testimoni in questi mesi. Tantissime persone sono sprofondate nella povertà e hanno bussato in parrocchia. Noi le abbiamo aiutate – racconta don Paolo Steffano, il parroco – aumentando il numero di pacchi alimentari e avremmo potuto continuare a farlo. Invece abbiamo preferito scegliere un modello che superi la semplice assistenza. Mi pare significativo che questo nuovo approccio trovi una piena concretizzazione proprio da noi e in questo momento, in cui nonostante le nuove limitazioni, si cerca di guardare anche oltre, al futuro».

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