sabato 8 febbraio 2020
È la nuova campagna di raccolta fondi che porterà in città le opere della Cattedrale. Già smontate dalle guglie e sostituite da copie, saranno prestate alle aziende in cambio dei fondi per i restauri
 Duomo di Milano: ecco come «adottare una statua»

Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

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Portare il Duomo "fuori" dal Duomo. Detto così sembra un controsenso; in realtà è l’obiettivo della nuova campagna di raccolta fondi della Veneranda Fabbrica della Cattedrale milanese, che dopo le guglie ha deciso di "dare in adozione" alcune sculture ed elementi architettonici delle facciate: saranno restaurati e poi concessi in prestito per un certo periodo, ed esposti in nuovi spazi.

"Adotta una statua" è il nome di questo nuovo capitolo della campagna di tutela e valorizzazione delle opere d’arte del Duomo, ed è rivolta a privati, aziende e persone giuridiche che ne possano sostenere la pulitura o il restauro. È poi previsto il prestito dell’opera per la durata di un anno, rinnovabile annualmente sino a un massimo di tre anni; il contributo annuale richiesto è di 25mila euro, e l’azienda avrà l’obbligo di esporre l’opera in un ufficio o uno spazio aperto al pubblico (a Milano o comunque in regione; per i "Grandi donatori" che già sostengono altri progetti, il contributo richiesto è di 15mila euro).

Rispetto alla precedente campagna "Adotta una guglia", questa volta il progetto è più complesso, perché coinvolge una serie di opere mobili, individuate dalla Veneranda Fabbrica in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio, tutte selezionate tra statue ed elementi decorativi. E soprattutto, mentre le guglie sono ovviamente ancora in situ, queste sculture sono state rimosse dalle facciate per ragioni conservative e di sicurezza, e sostituite da copie.

Essendo state realizzate in marmo di Candoglia - come tutto il rivestimento esterno del Duomo - sono delicate, e l’esposizione agli agenti atmosferici non ha certo favorito la loro conservazione: si trovano attualmente in deposito nel cantiere dei marmisti di via Brunetti (viale Certosa), dove venivano lavorati tutti gli elementi decorativi della Cattedrale, dopo l’escavazione nella cava madre di Candoglia, in val d’Ossola. In questo deposito si sono accumulate nel corso degli anni centinaia di statue della cattedrale, di tipologie ed epoche differenti. Per quelle selezionate si è partiti da un presupposto fondamentale, ovvero che possono ancora raccontare una storia e sensibilizzare la collettività alle necessità del monumento.


I numeri delle opere da adottare

10
Il totale di sculture per ora adottabili, selezionate per il loro discreto stato conservativo

25mila euro
Il contributo annuale richiesto: il prestito durerà un anno, rinnovabile fino a massimo tre anni

2 metri
La statua più alta, 2 metri e 12 cm, raffigura San Longino e fu realizzata nel 1833 da Pompeo Marchesi

In particolare, queste dieci sculture sono state selezionate per il loro discreto stato conservativo. Non hanno insomma bisogno di interventi troppo invasivi (che verranno effettuati sempre nel cantiere-deposito di via Brunetti). Si tratta di opere di vari generi e dimensioni: si va dagli oltre due metri di altezza del San Longino, scolpito nel 1833 da Pompeo Marchesi (dalla guglia G7 a nordest), al San Matteo Apostolo di Gio Battista Brunetto del 1727, alto 67 centimetri (in origine su una delle gugliette sul transetto meridionale). Non mancano tre “doccioni”, ovvero le parti finali di tubi-canali di scarico delle grondaie, che nelle cattedrali gotiche - vedi Notre-Dame a Parigi - erano decorati con figure fantastiche: una sirena a cavallo di un drago marino e due cani mostruosi, tutti del 1400 e sostituiti oggi da copie moderne.

Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo e direttore dell’area Cultura e Conservazione della Veneranda Fabbrica, si è detto soddisfatto per l’avvio di questa campagna. «Da un punto di vista della conservazione del patrimonio storico-artistico del Duomo – ha detto – sono lieto che sia stato possibile individuare una nuova forma di valorizzazione di una parte della statuaria che, altrimenti, sarebbe destinata a un naturale deperimento nei depositi». In particolare, ha aggiunto, «con la figura di un comodato di prestito breve, come se fosse un’esposizione annuale, si eviterà anche il rischio di una dispersione di questo patrimonio». Di «innovativa modalità» ha parlato anche Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica, «che, oltre a restituire bellezza alla statuaria presente nei depositi, può garantire nuove risorse per le incessanti attività di restauro dei grandi cantieri della cattedrale».

Una scultura, intanto, è già stata adottata da Banca Mediolanum: è un "Santo con la tunica corta" di autore ignoto, risale al 1800 e si trova esposto già da metà dicembre a palazzo Biandrà in via Tommaso Grossi, sede di consulenza di Mediolanum, dove resterà visibile per tutto l’anno.

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