martedì 12 giugno 2018
Bilancio di 3 anni di attività della mensa Caritas nata con l'Expo da un'idea dello chef Massimo Bottura. Leggi la scheda con i dati dell'accoglienza nella diocesi ambrosiana
Refettorio ambrosiano. Un'immagine della mensa Caritas

Refettorio ambrosiano. Un'immagine della mensa Caritas

COMMENTA E CONDIVIDI

Tre anni di accoglienza e concreta solidarietà verso i più fragili – immigrati, anziani, persone sole e senzatetto – che gravitano o vivono a Greco-Pirelli: un’esperienza di integrazione condivisa pienamente con gli abitanti del quartiere nonostante le fatiche e le resistenze iniziali provocate da campagne politiche e mediatiche che avevano seminato paure, pregiudizi e sospetti su presunti pericoli per la sicurezza sociale e l’ordine pubblico.

È il “miracolo” del Refettorio ambrosiano aperto il 4 giugno del 2015 in occasione dell’Expo sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, nato da un’idea dello chef Massimo Bottura e del curatore artistico e regista Davide Rampello, e sostenuto da Caritas Ambrosiana, un luogo ospitale – ed esteticamente bello, con interni design – ricavato nell’ex teatrino della parrocchia di San Martino in Greco ristrutturato in base a un progetto del Politecnico.

Da lunedì a venerdì oltre un centinaio di volontari servono per 90 ospiti le ricette preparate con ingredienti donati dalla grande distribuzione o recuperati dal mercato orto-frutticolo. Ma si dovrebbe parlare di una “doppia vittoria”: una per le circa 800 persone inviate dai centri di Ascolto (la metà dei quali “stranieri”) che hanno ritrovato la propria dignità, e un’opportunità per ripartire, venendo a mangiare ogni sera alla mensa (dove si serve solo la cena) e, soprattutto, seguendo il percorso di inclusione proposto dalla Caritas (il 10% di loro oggi ha anche un lavoro e il 20% degli homeless ha ottenuto un posto letto e possono mantenersi); e una per gli stessi cittadini di Greco, che si sono lasciati coinvolgere attivamente in questa opera fondata sulla misericordia che è più forte della paura.

Un risultato dovuto anche al lavoro del parroco don Giuliano Savina impegnatosi in prima persona a incontrare uno per uno gli ospiti. «Non siamo riusciti a trovare un’occupazione per tanti altri, che pure abbiano tenacemente cercato di rimettere in una vita dignitosa, soprattutto per questioni burocratiche relative al permesso di soggiorno» precisa il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, intervenuto ieri alla festa per il primo triennio del refettorio, che è stata anche un’occasione di confronto sul tema “Niente e nessuno è scarto”.

E altri numeri parlano chiaro: 100 tonnellate di cibo recuperate; 50 mila pasti prepararti e distribuiti; 120 volontari che si impegnano tutti i giorni nelle varie attività, dalla cucina al servizio in tavola; 171 eventi promossi nei locali della parrocchia tra incontri e convegni su povertà e integrazione, cene benefiche, spettacoli come quello del Coro CittàIncantata che ha portato in refettorio 25 detenuti del carcere di San Vittore, regalando un momento di serenità anche alle famiglie.

Un altro modo per integrare questa realtà con gli abitanti del quartiere. Come racconta Eugenia, la “decana” degli ospiti del refettorio, che abita sul lato opposto di piazza Greco dove sorge la mensa: «Dopo la morte di mio marito non ho trovato più la forza di uscire di casa. Poco alla volta mi stavo lasciando andare, il refettorio mi ha ridato una ragione per vivere, la sera so che qualcuno mi aspetta, allora mi metto in ordine e scendo, mi accolgono benissimo e io cerco di rispettare le regole che mi sono state proposte». «Ogni sera occorre inventare un menu con quello che abbiamo. E ogni volta è una sfida. Ma non ha prezzo la soddisfazione di regalare un momento di serenità a persone che vivono giornate difficili, spesso segnate da frustrazioni», dice Ilenia Di Pietro, la cuoca del refettorio, le cui ricette sono state raccolte nel libro Butta in tavola, edito da Ipl.

Scheda - L'accoglienza nella diocesi di Milano

2.346 - I posti totali (al 30 aprile 2018) per richiedenti asilo in diocesi. Di questi 791 sono a Milano città

4.790 - Le persone accolte in tutta la diocesi, alla fine di aprile in diverse soluzioni

1.981 - le persone accolte in strutture religiose

1.160 - le persone accolte in strutture comunali gestite della Caritas

1.649 - le persone accolte in strutture delle cooperative o in abitazioni di privati cittadini




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: