giovedì 31 gennaio 2019
Il giovane disabile morto un anno fa si era battuto per lo stadio accessibile. Grande tifoso dell'Inter e amico di Avvenire
(Fotogramma)

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Erano in tanti ieri pomeriggio allo stadio San Siro alla cerimonia per scoprire una targa alla memoria di Francesco Gallone, il disabile amico di Avvenire scomparso a soli 22 anni il 30 gennaio di un anno fa. «Francesco era un leader, se fosse stato un calciatore sarebbe stato un ottimo capitano, ha sempre pensato più agli altri che a se stesso e sarà sempre nei nostri ricordi»: così l’ha salutato Ivan Córdoba, ex giocatore dell’Inter, squadra di cui era acceso tifoso. Affetto da tetraparesi spastica, non si è mai arreso alla malattia e si è speso strenuamente per difendere più deboli.

«Ha combattuto per il diritto di tutti a partecipare alla gioia del calcio» si legge nella targa scoperta dall’indomita mamma Anna e dall’assessore allo Sport del Comune di Milano Roberta Guaineri. E infatti nella sua attività di blogger ha sempre denunciato le mille difficoltà che devono affrontare le persone che come lui si muovono in carrozzina. «Essere qui così numerosi è emozionante e ci dice quanto abbia seminato Francesco e come sia stato in grado di trasmettere i valori dello sport nel migliore dei modi – ha dichiarato Guaineri –. E cioè l’amicizia, la vicinanza, la solidità dei rapporti e che non ci sono nemici nello sport, ma avversari». Una convinzione profonda, maturata anche nella sua intensa attività negli sport paralimpici. «È stata sua la battaglia per rendere accessibile lo stadio – ha continuato l’assessore –. Tutto quello che faceva lo portava avanti con garbo, sorriso e ironia».

Ha partecipato all’inaugurazione anche Marco Rasconi, presidente nazionale della Uildm, Unione italiana lotta alla distrofia muscolare: «Francesco aveva la capacità di coinvolgere e di appassionare chiunque – ha commentato –. Ha voluto provare con l’hockey, che gli piaceva molto. Amava lo sport come strumento di partecipazione. Proseguiremo sulla sua scia lavorando con le università e con il suo blog», eredità quest’ultima alla quale intendono dedicarsi alcuni suoi amici e che è stata recentemente lanciata nel corso della giornata dedicata a Francesco dalla scuola dove si è diplomato, l’Itsos Albe Steiner, nel cui giardino è stato piantumato un albero in suo ricordo.

«Mi Stadio», la società che gestisce San Siro, ha sottolineato come il nome di Francesco sia stato così consegnato alla storia dell’impianto sportivo. La targa è adiacente alla pedana mobile per cui Francesco si è tanto battuto e che consente la visione delle partite ai disabili. Un punto dove i tifosi potranno rivolgere un pensiero, una preghiera, un grazie. La cugina di Francesco ha letto uno scritto commovente, a nome dei familiari, dedicato a "Franci", come era chiamato in casa: «È merito tuo se nella notte di Madrid del 2010 gli ascensori dello stadio hanno ripreso a funzionare e se lo stadio di San Siro oggi non ha più barriere architettoniche. Noi siamo la tua banda e tu il direttore d’orchestra. Il tuo fuoco non si è mai spento».

A testimoniare l’affetto bipartisan dei tifosi la presenza del calciatore del Milan Christián Zapata. Francesco ha lasciato davvero il segno. Nonostante la malattia, ha completato il corso di laurea in scienze della formazione in Cattolica ed è stato capitano della squadra di wheel-chair hockey Turtles. «Con questa targa l’amministrazione comunale vuole rendere imperitura la memoria di questo ragazzo straordinario – ha dichiarato Guaineri –, il cui motto era: "Se esistono i problemi, devono esistere anche le soluzioni" e che di sé diceva: "Non sono disabile, né abile. Sono Francesco"».

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