mercoledì 19 giugno 2019
Giovedì l'iniziativa "Morire di speranza" per ricordare le oltre 38mila persone morte dal 1988 nelle rotte dell'immigrazione verso l'Europa. Il progetto di nuovi corridoi umanitari dalla Libia
Corridoi umanitari (Ansa)

Corridoi umanitari (Ansa)

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Nella Giornata mondiale del rifugiato, il 20 giugno, la Comunità di Sant'Egidio organizza la veglia "Morire di Speranza", organizzata insieme alle altre associazioni impegnate nell'accoglienza e nell'integrazione delle persone fuggite da guerre o da situazioni insostenibili nei loro Paesi.

A Roma, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, ma anche - oggi e nei prossimi giorni - in altre città italiane ed europee, verranno ricordate le oltre 38mila persone morte, dal 1988 in poi, nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell'immigrazione verso l'Europa. "Si tratta di un bilancio troppo pesante per essere considerato, come troppo spesso accade, come una statistica accanto alle altre", afferma Sant'Egidio che continua: "È invece una tragedia dell'umanità di cui occorre fare memoria ed esigere il dovuto rispetto pensando anche a tutti coloro - milioni - che si trovano in questo momento nei tanti campi
profughi del mondo in attesa di conoscere la loro sorte".

Durante la veglia di Santa Maria in Trastevere, che sarà presieduta, alle 18, dal cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita, verranno ricordati alcuni nomi di chi è scomparso e accese candele in loro memoria. Parteciperanno numerosi immigrati di diversa origine e saranno presenti anche familiari e amici di chi ha perso la vita in mare.

A partire dalle 17:30, nel portico di Santa Maria in Trastevere, verranno illustrate alcune proposte sull'immigrazione come la
necessità di nuovi corridoi umanitari
(modello che funziona e che ha fatto giungere finora in Europa oltre 2.500 persone), di un maggiore impegno nel reinsediamento dai paesi in cui si trovano attualmente i profughi, di vie legali di ingresso anche per motivi di lavoro.

A questo proposito c'è da segnalare che, rispondendo a una lettera congiunta del presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, e del presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), pastore Luca Maria Negro, "il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha espresso interesse rispetto alla proposta avanzata per un corridoio umanitario europeo dalla Libia". Lo riferisce la stessa Comunità di Sant'Egidio.

Per i proponenti dovrebbe essere una nuova via di accesso legale e sicuro in Europa per 50.000 profughi che, tramite un sistema di quote, dovrebbero trovare accoglienza nei Paesi europei disponibili a partecipare al progetto. Condividendo il giudizio sulla situazione di "grave e persistente instabilità" della Libia, "il premier - secondo quanto riporta il comunicato di Sant'Egidio - ribadisce la necessità di un maggiore impegno comune dei Paesi europei a favore di rifugiati e migranti. In questo senso cita a modello la 'buona prassi' dei corridoi umanitari italiani".


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