martedì 21 novembre 2017
Nella notte aperto un locale a Piove di Sacco per soccorrere 50 richiedenti asilo uscita dall'hub di Cona. «Ma il sindacato li illude, non possiamo accettarlo»
Piove di sacco, 20 novembre 2017, profughi di Cona in centro del paese e nella piazza antistante il patronato della chiesa. (Foto Giorgio Boato)

Piove di sacco, 20 novembre 2017, profughi di Cona in centro del paese e nella piazza antistante il patronato della chiesa. (Foto Giorgio Boato)

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Il pressing si rinnova ogni giorno di più. Continua da Cona. Una cinquantina di richiedenti asilo sono usciti lunedì mattina dal centro di accoglienza del Veneziano, emulando la marcia che ha visto lo scorso mercoledì oltre 200 migranti allontanarsi dal centro determinati a raggiungere a piedi la prefettura di Venezia (circa 50 chilometri).

Fermati dalla polizia, non hanno accettato la mediazione della prefettura veneziana e si sono rimessi in movimento verso Piove di Sacco, in provincia di Padova, dove nella notte tra lunedì e martedì hanno trovato l'ospitalità nei locali parrocchiale "per motivi umanitari" (VAI AL SITO DELLA DIOCESI).

La diocesi di Padova contro il sindacato Usb: «Così illudono i profughi»

La situazione si è riproposta però «in termini decisamente diversi – precisa la Diocesi di Padova in una nota ufficiale –, i richiedenti asilo sono sollecitati da alcuni esponenti del sindacato Usb a lasciare comunque l’hub di Conetta, senza dialogare in maniera costruttiva con la Prefettura di Venezia. Come Chiesa non possiamo accettare strumentalizzazioni, né tantomeno - cosa ancor più grave - che i giovani che escono dall’ex base di Conetta vengano illusi di trovare comunque un alloggio e una sistemazione alternativa, quando invece rischiano di perdere anche i pochi diritti acquisiti: l’assicurazione di un tetto e di un pasto».

"Da parte sua la Chiesa di Padova rispetto alle macroaccoglienze sta da tempo collaborando con le istituzioni affinché queste situazioni vengano superate a favore di soluzioni più dignitose - si legge infine in merito alla richiesta dei profughi di aprire le porte del Duomo di Piove di Sacco - questa volta, dopo lunghe ore di dialogo e trattative, siamo, nostro malgrado, costretti dalle circostanze e dal contesto a dire no e a non aprire le porte, anche perché a questo gruppo di giovani è comunque data la possibilità di tornare a dormire a Cona. In ogni caso si sta facendo il possibile per ristorarli al di fuori delle strutture parrocchiali e sono stati aperti i servizi igienici del patronato, ma non può passare l'idea che forzare la mano e porsi al di fuori delle regole sia la soluzione a un problema che ha contorni di complessità enormi e che chiede l'intervento delle istituzioni prima di tutto".

No all'accoglienza in casi di così evidente forzatura, dunque, sì al soccorso e al riparo umanitario.

Le dichiarazioni della Caritas di Padova (Agensir)

Presidio davanti alla prefettura di Padova

Dopo aver trascorso la notte a Piove di Sacco, una 30ina di richiedenti asilo martedì mattina hanno preso un bus per Padova e hanno organizzato un presidio davanti alla prefettura. Dopo lunghe ore di discussione, presenti anche i delegati della diocesi, è stato concordato che passassero la notte in una palestra di un paese vicino, Rubano e l'indomani sarebbero stati accompagnati alla prefettura di Venezia.

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