venerdì 3 maggio 2019
Sottoscritto dal segretario della Conferenza episcopale Russo e dal presidente di Sant'Egidio Impagliazzo il protocollo coi ministeri dell'Interno e degli Esteri. Coinvolti Caritas e Migrantes
Da sinistra: il ministro plenipotenziario Luigi Maria Vignali (Esteri), il prefetto Gerarda Pantalone (Interno), il segretario generale monsignor Stefano Russo (Conferenza Episcopale Italiana), il presidente Marco Impagliazzo (Comunità di Sant’Egidio )

Da sinistra: il ministro plenipotenziario Luigi Maria Vignali (Esteri), il prefetto Gerarda Pantalone (Interno), il segretario generale monsignor Stefano Russo (Conferenza Episcopale Italiana), il presidente Marco Impagliazzo (Comunità di Sant’Egidio )

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Una nuova vita per 600 profughi fuggiti in Etiopia da Somalia, Eritrea, Yemen e Sud Sudan, ma anche da paesi dell'Africa sub-sahariana, come il Niger e siriani sfollati in Giordania. È l'obiettivo del nuovo protocollo firmato oggi pomeriggio al Viminale in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri, che prevede l’arrivo in tutta sicurezza nell'arco di due anni di richiedenti asilo da Etiopia, Niger e Giordania. Saranno selezionati tra le persone più vulnerabili - famiglie con bambini, malati, donne a rischio di tratta - che vivono attualmente in campi profughi e altre sistemazioni precarie, appartenenti per lo più a nazionalità del Corno d’Africa, dell’Africa sub sahariana e anche della Siria.

A siglare il protocollo saranno la Conferenza Episcopale Italiana, che agirà attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes, con il Segretario generale, monsignor Stefano Russo, e la Comunità di Sant’Egidio, con il suo presidente Marco Impagliazzo, come promotori, insieme a rappresentanti dei ministeri dell’Interno e degli Esteri.

L'intervista di Tv2000 a monsignor Russo (Cei)

Dopo il loro arrivo, che avverrà in modo legale ed evitando i viaggi mortali gestiti dai trafficanti, i richiedenti asilo verranno accolti in diverse regioni italiane e sarà avviata la loro integrazione, a partire dall’apprendimento della lingua e della scolarizzazione dei minori, secondo un progetto totalmente autofinanziato grazie all’8xmille della Chiesa Cattolica e a una raccolta fondi della Comunità di Sant’Egidio. Grazie agli stessi promotori, un precedente protocollo per richiedenti asilo provenienti sempre dall’Etiopia, ha già permesso l’ingresso e la progressiva integrazione di 498 profughi, in un centinaio di comuni di 18 regioni italiane, con l’impegno e il coinvolgimento di numerose Diocesi.

Ad aprire la strada dei corridoi umanitari a febbraio 2016 è stata la Comunità di Sant'Egidio in un progetto ecumenico portato avanti assieme alla Federazione delle chiese evangeliche e alla Tavola Valdese. Ad oggi con questo strumento sono arrivati in Italia, accolti e integrati totalmente a carico dei promotori, circa 2.500 siriani portati via dai campi profughi in Siria.

Dalla Libia inoltre sono stati cinque i ricollocamenti gestiti direttamente dal Viminale di alcune centinaia di profughi dei paesi subsahariani che l'Acnur ha liberato dai centri di detenzione e trasportati con aerei militari italiani. I primi due sono stati attivati dal ministro dell'Interno Marco Minniti, altri tre da Matteo Salvini.

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