venerdì 24 agosto 2018
Conte: ci saranno conseguenze. Aperta un'inchiesta contro ignoti per sequestro di persona, magistrati a Roma. Alcuni migranti rifiutano il cibo. La Guardia costiera chiede l'autorizzazione allo sbarco
Una foto scattata dal parlamentare Riccardo Magi a bordo della Diciotti

Una foto scattata dal parlamentare Riccardo Magi a bordo della Diciotti

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A Bruxelles si è conclusa con un nulla di fatto la riunione informale degli sherpa convocata dalla direzione generale Affari interni della Commissione europea. Per l'Italia hanno partecipato funzionari della Rappresentanza permanente presso l'Ue e funzionari arrivati da Roma. Nel pomeriggio la conferma che i dieci Paesi non hanno trovato un accordo su come redistribuire i migranti a bordo della Diciotti. "L'Italia ha fatto pressione affinché si arrivasse a una soluzione per la Diciotti", ha detto una fonte. "Ma per gli altri non era l'elemento più importante, volevano discutere maggiormente sulla ricerca di soluzioni strutturali per le navi nel Mediterraneo".

Intanto la nave Diciotti «reitera la richiesta di autorizzare lo sbarco dei naufraghi soccorsi per l'estrema criticità della situazione a bordo» del pattugliatore. È, secondo quanto riporta l'Ansa, parte di un report del Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc Roma) sulla situazione a Catania. Nel documento si segnala che alcuni dei migranti hanno comunicato l'intenzione di attuare lo sciopero della fame, che militari della nave hanno intercettato la richiesta di esporre un cartello dal pattugliatore con la scritta in inglese 'Please, help us' (per favore aiutateci) e che la nave assicura il costante monitoraggio e la massima attenzione da parte dell'equipaggio. Il documento per informazione è stato inviato, tra gli altri, oltre che al Viminale, al gabinetto dei ministeri di Difesa, Trasporti e degli Esteri, alla Procura nazionale antimafia e alle Procure di Palermo, Catania e Agrigento.

Impasse dunque per la nave Diciotti della Guardia costiera, che resta ancora ancorata al porto di Catania con 150 migranti a bordo, in maggioranza eritrei tra i 18 e i 40 anni. Dal Viminale, che non ha dato l'autorizzazione allo sbarco, filtra una prima reazione: "Il vertice di Bruxelles si è chiuso con un nulla di fatto. Ennesima dimostrazione che l'Europa non esiste".

Netta la reazione del premier Giuseppe Conte: l'Europa ha perso un'occasione, c'è ipocrisia tra le parole e i fatti. l'Italia trarrà conseguenze da scelte Ue. "È noto a tutti che l'Italia sta gestendo da giorni, con la nave Diciotti, una emergenza dai risvolti molto complessi e delicati. Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Bene. Se questi sono i 'fatti' vorrà dire che l'Italia ne trarrà le conseguenze e, d'ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d'azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa".

Intanto il Belgio e l'Ungheria hanno fatto sapere che non accoglieranno nessun migrante in arrivo da barconi provenienti dal Nord Africa, mentre il cancelliere austriaco Sebastian Kurz sulla minaccia di tagliare i contributi alla Ue, ventilata giovedì dal vicepremier Di Maio, ha detto: "Tengo in poco conto le minacce, soprattutto le minacce di questo tipo", "non sopravvaluterei la cosa, non credo si arriverà a questo punto".

La sfida alla Ue: taglio ai contributi

Nonostante il pressing dell'Onu e del mondo cattolico perché si lascino scendere i migranti, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio dunque hanno apertamente sfidato l'Unione Europea a cercare una soluzione condivisa, con la minaccia di non versare più i contributi di 20 miliardi alla Ue. "Le minacce non aiutano a trovare le soluzioni", hanno replicato i portavoce della Commissione Europea, ricordando che l'Italia ha ricevuto dalla Ue 10 miliardi di euro nel 2017, a fronte di un contributo al bilancio Ue di 12 ( dati della Commissione tuttavia non includono le risorse proprie, cioè i dazi doganali e una percentuale dell'Iva).

Sul caso Diciotti "lavoriamo più forte che mai" per trovare una soluzione per queste persone a bordo, "se ci vuole più tempo, non è certamente per mancanza di sforzi da parte nostra", ha aggiunto il portavoce Alexander Winterstein.

"Con le minacce di Di Maio si ottiene l'effetto contrario e la risposta è negativa, non è così che si tratta", ha detto da parte sua il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani,

La missione dei magistrati siciliani a Roma

Intanto il Viminale ha smentito la notizia, diffusa dal Guardian, secondo la quale i magistrati italiani sarebbero stati in viaggio verso Roma per sentire il ministro dell'Interno Matteo Salvini in merito al mancato sbarco dei migranti della Diciotti. Confermata invece la missione del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che sabato sarà a Roma per sentire alcuni funzionari del Viminale. Del resto il titolare del ministero degli Interni non è sul registro degli indagati in nessuna delle tre inchieste aperte.

Le tre inchieste aperte sulla vicenda della Diciotti

La Dda di Palermo ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di migranti e l'associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nell'indagine, che per legge spetta alla direzione distrettuale essendo prospettati reati di sua competenza esclusiva, sono confluiti gli atti istruttori - principalmente esami di testimoni come i profughi fatti sbarcare a Lampedusa - inizialmente compiuti dalla Procura di Agrigento, primo ufficio inquirente a indagare sulla vicenda.

La Procura di Agrigento si è spogliata della parte dell'inchiesta sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, passata ai colleghi palermitani, e indaga ora a carico di ignoti per sequestro di persona e arresto illegale. Ieri, il procuratore Luigi Patronaggio è salito a bordo della Diciotti e ha eseguito un decreto di ispezione personalmente. Questa tranche d'inchiesta mira ad accertare se il trattenimento a bordo dei migranti - ieri sono stati fatti scendere solo i minori non accompagnati, mentre viene vietato agli adulti di sbarcare - sia illegale. Oggetto dell'inchiesta è anche risalire nella catena di comando a chi, disponendo l'obbligo di non lasciare la Diciotti, stia illegittimamente limitando la libertà personale dei profughi. Qualora i magistrati accertassero che la responsabilità è di componenti del Governo il fascicolo dovrebbe passare al tribunale dei ministri che agisce con i poteri che il vecchio codice di procedura penale riconosceva al giudice istruttore.

I pm di Catania hanno invece aperto un fascicolo di "atti relativi": si tratta di accertamenti preliminari per vedere se siano ipotizzabili reati e che potrebbero poi portare alla apertura di un'inchiesta vera e propria. Mentre la Procura dei minori della città etnea ha attivato le tutele civili, che consistono nelle nomine dei tutori legali, per i ragazzi fatti sbarcare ieri.

Numerosi immigrati rifiutano il pasto

La notizia è arrivata dal senatore del Pd Davide Faraone, che è salito a bordo della nave Diciotti ferma al porto di Catania, dove sono bloccati, oltre all'equipaggio della Guardia costiera, anche 150 migranti, quasi tutti eritrei. Dopo giorni di attesa forzata "la situazione peggiora e la tensione cresce tra i migranti". Secondo Faraone - la notizia è confermata da Save the children - alcuni migranti hanno rifiutato il cibo.

"È del resto, comprensibile: sono tenuti nei fatti in ostaggio, senza una plausibile ragione", insiste Faraone. In realtà, a quanto sembra dai resoconti del presidente dell'Assemblea regionale della Sicilia, salito a bordo, almeno 140 migranti hanno rifiutato la colazione e il pranzo e anche gli integratori alimentari. La notizia ha dato il pretesto al ministro degli Interni Salvini di commentare su Twitter: "Immigrati della #Diciotti in sciopero della fame? Facciano come credono. In Italia vivono 5 milioni di persone in povertà assoluta (1,2 milioni di bambini) che lo sciopero della fame lo fanno tutti i giorni, nel silenzio di buonisti, giornalisti e compagni vari".

Le visite dei parlamentari, che si sono susseguite nella giornata di giovedì, sono state sospese per qualche ora ma riprendono nel pomeriggio.

Mercoledì notte erano stati fatti scendere 27 minori soli. 150 sono rimasti a bordo, di cui 130 sono eritrei, tutti tra i 18 e i 40 anni, e tutti hanno desiderio e necessità di scendere. Le condizioni sono drammatiche (GUARDA QUI LE IMMAGINI): il caldo, solo due bagni chimici, l'incertezza della situazione, l'assenza di un tetto sotto cui ripararsi dal sole.

Il Garante dei detenuti

La situazione di privazione della libertà personale "molto critica rispetto alla tutela dei diritti fondamentali delle persone coinvolte e che può esporre il Paese al rischio di condanne in sede internazionale" è evidenziata anche nella informativa del Garante dei detenuti, Mauro Palma, inviata alle procure di Agrigento e di Catania dopo una ispezione a bordo. Il Garante ha anche informato che sulla nave sono stati riscontrati 69 casi di scabbia.

La Caritas "preoccupata"

La Caritas Italiana segue "con particolare apprensione la triste vicenda della nave Diciotti, preoccupata per il trattamento riservato alle persone a bordo e per i toni esasperati intorno a questa vicenda". Lo fa sapere Oliviero Forti, responsabile per le politiche migratorie e la protezione internazionale di Caritas Italiana. "Auspichiamo che le istituzioni al più presto trovino soluzioni rispettose innanzitutto dei diritti umani e dei principi costituzionali. È urgente trovare soluzioni di buonsenso e umanità, le uniche in grado di garantire coesione sociale", annota.

Il Tavolo Asilo: lasciateli sbarcare

Le associazioni del Tavolo Asilo chiedono "con urgenza al Governo italiano di autorizzare lo sbarco delle 150 persone ancora a bordo della nave Diciotti. I migranti soccorsi dalla nave italiana - scrivono le associazioni - senza ulteriori indugi devono essere messi in condizione di ricevere assistenza adeguata e di beneficiare di tutte le garanzie definite dalla nostra Costituzione, dalla normativa nazionale, comunitaria e dalle convenzioni internazionali, a prescindere dai tempi e dagli esiti della contrattazione politica tra gli Stati Europei. Le risposte dell'Unione europea alla gestione dei flussi migratori, compresi quelli dei minorenni, nel Mediterraneo deve essere richiesta nelle opportune sedi e non attraverso il trattenimento illegale di persone a bordo di una nave". Il Tavolo è composto dalle associazioni A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Caritas Italiana, Centro Astalli, CIR, Comunità di S.Egidio, CNCA, Emergency, Mèdecins du Monde Missione Italia, Mediterranean Hope (FCEI), MEDU, Save The Children Italia, Senza Confine, Oxfam Italia.



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