martedì 8 settembre 2020
Salvati da un'équipe dell'Oim dopo tre giorni. «Non è infrequente, a volte si ritrovano solo resti umani»
Migranti trasportati su un pick-up nel deserto nigerino, in una foto d'archivio

Migranti trasportati su un pick-up nel deserto nigerino, in una foto d'archivio - Reuters

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Più di 80 migranti africani sono stati salvati nel deserto del Sahara dove erano stati abbandonati, dopo essere stati derubati, dai trafficanti che avrebbero dovuto condurli in Libia. Sarebbero morti tutti se non fossero stati avvistati da un'équipe dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Lo riferisce l'Onu.

I migranti, provenienti da Nigeria, Togo, Mali e Ghana, erano stati lasciati senza cibo né acqua in pieno deserto, circa 230 chilometri a nord della città di Dirkou in Niger dopo che gli autisti dei camion su cui viaggiavano avevano visto in lontananza dei veicoli militari. Tre giorni dopo, il 3 settembre, sono stati avvistati dall'équipe dell'Oim. Molti erano disidratati, feriti e necessitavano immediate cure mediche. Nel gruppo c'erano anche bambini.

"Non è raro che i trafficanti si liberino dei loro passeggeri" commenta all'agenzia Reuters il portavoce dell'Oim Paul Dillon. "Conoscono bene le conseguenze dell'abbandono nel deserto e impressiona questa mancanza di considerazione per la vita umana".

Dal 2016 l'Oim ha contribuito a salvare più di 20mila migranti nel Sahara, una delle parti più pericolose del viaggio della speranza in Europa per chi parte dall'Africa occidentale. Quest'anno sono state finora 321 le persone tratte in salvo, cui si aggiunge quest'ultimo gruppo. Talvolta però si trovano sono resti umani. "E' una zona desertica vastissima e ci sono molte rotte possibili verso nord, non riusciamo a pattugliarle tutte", aggiunge Dillon.

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