martedì 16 gennaio 2018
L'allarme di Sos Mediterranee: non abbiamo trovato né sopravvissuti, né morti. Cosa è successo a loro? Dove sono ora? La Guardia costiera italiana salva 120 migranti, 90 arrivi "autonomi" a Lampedusa
Il gommone vuoto e alla deriva (foto Laurin Schmidt/Sos Mediterranée)

Il gommone vuoto e alla deriva (foto Laurin Schmidt/Sos Mediterranée)

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Si parte ancora. Si parte sempre dalla Libia. Ma anche dalla Tunisia. Fra mille difficoltà e pericoli. Basta una giornata meteo favorevole. Caricati e stipati su gommoni da trafficanti senza scrupoli centinaia di persone partono, anche d’inverno. E si continua a morire. Anche se nessuno lo potrà raccontare. Non ci sono testimoni. Le uniche Ong in mare (due quelle rimaste, Sos Méditerranée e Open Arms) non riescono ad essere sempre presenti lì, dove le barche affondano. Ma a volte trovano quello che rimane di un viaggio della speranza o della disperazione. Come ieri. Un gommone completamente sgonfio, senza motore. Il timore è quello di un nuovo e terribile naufragio. A segnalarlo è la nave Aquarius della Ong Sos Méditerranée, in missione nel canale di Sicilia. Il gommone vuoto e alla deriva si trovava a 37 miglia dalle coste libiche.
«Non abbiamo trovato né sopravvissuti né corpi – informa la portavoce della Ong, Matilde Auvillon – Il relitto non portava nessuna iscrizione, non aveva il marchio “Sar case number”». Di solito i gommoni soccorsi da Ong o asset europei, spiega, vengono segnati con il numero di soccorso indicato dall’Mrcc (la centrale operativa della Guardia costiera di Roma) e poi distrutti. «Non c’era più il motore. Non sappiamo cosa è successo». Ogni gommone trasporta dalle 80 alle 100 persone. «Cosa è successo a loro? Dove sono ora?» chiede la Ong in un tweet. Si teme il secondo terribile naufragio di questo inizio anno, dopo le circa 100 persone disperse lo scorso 9 gennaio, sempre al largo delle coste libiche (8 salme recuperate). E dalla Spagna giunge anche la notizia di sette migranti morti mentre tentavano di raggiungere le isole Canarie. Le autorità spagnole precisano che tra le vittime, alcune «potrebbero essere minorenni».
Intanto proseguono i soccorsi, mentre ritornano anche gli sbarchi autonomi a Lampedusa. 120 persone sono state salvate, sempre ieri pomeriggio, nel corso di due distinte operazioni coordinate dalla centrale operativa della Guardia costiera italiana. Circa 40 sono invece riusciti a raggiungere l’isola autonomamente, con la propria barca. Altri 48 assistititi dalla Guardia costiera. Si tratta di tunisini. «Con il primo giorno di bel tempo – commenta il sindaco di Lampedusa – cominciano gli sbarchi; se qualcuno pensava che il fenomeno si fosse attenuato, ha indubbiamente sbagliato. La verità è che serve più attenzione su quello che sta succedendo nel Canale di Sicilia e a Lampedusa».
Secondo gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno, dall’1 gennaio a oggi sulle coste italiane sono sbarcati 841 migranti, il 64,29% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (2.355). Ma fra gli arrivi c’è anche lo sbarco “anomalo”: quello avvenuto settimana scorsa a Crotone, di un barcone con 277 persone a bordo. Partite dalla Turchia.

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