mercoledì 5 settembre 2018
Il Viminale farà delle verifiche, ma non c'è "fuga" in quanto queste persone godono di libertà di movimento. Probabile che vogliano raggiungere il Nord Europa dove risiedono molti eritrei
Alcuni dei migranti della nave Diciotti accolti alla Casa Suraya, con il direttore della Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti (Fotogramma)

Alcuni dei migranti della nave Diciotti accolti alla Casa Suraya, con il direttore della Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti (Fotogramma)

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Prosegue, sempre intricata, la vicenda dei profughi sbarcati dalla nave Diciotti. A quanto pare, secondo fonti del ministero dell'Interno, 50 dei 144 immigrati maggiorenni arrivati a Catania non sono al momento reperibili. Per la legge, queste persone, hanno libertà di movimento e non sono sottoposte alla sorveglianza dello Stato. Gli "allontanamenti" riguardano per lo più il Centro di Rocca di Papa, solo 4 quelli di Messina. Sei migranti si sono resi irreperibili il primo giorno di trasferimento, venerdì 31 agosto, due il 2 settembre; l'allontanamento di diciannove migranti è stato riscontrato il 3 settembre, quello di altri tredici ieri. Erano destinati a varie diocesi italiane. Tra i vari casi quelli di due eritrei attesi a Bologna e quattro migranti che erano già arrivati a Frosinone. Per questi due episodi sono state già informate le questure di Roma e Frosinone. In ogni caso occorre attendere che siano svolte le dovute verifiche, come il Viminale fa sapere.

Naturalmente è polemica e c'è chi, in area governativa, a partire dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, subito afferma che i migranti non erano in fuga da guerra e fame, forse ignorando la situazione attuale dell'Eritrea e senza che ci sia alcuna prova a suffragare una simile affermazione. Tra l'altro gli eritrei rappresentato un caso particolare tra i migranti e lo stop alla Diciotti è stato un boomerang. Ma Salvini torna a promettere che azzererà gli arrivi in Italia.

LEGGI questo articolo per capire perché: "Lo stallo della Diciotti vanifica il ricollocamento degli eritrei"

Comunque il Viminale fa anche sapere che i migranti che si sono allontanati si erano limitati a "manifestare l'interesse per formalizzare la domanda d'asilo". E che tutte le persone in questione erano state identificate con rilievi fotodattiloscopici e inserite in un sistema digitale europeo.

Molte possono essere le possibilità, compresa quella, molto probabile, che alcuni dei migranti non vogliano restare in Italia. Gran parte di chi arriva da noi non vuole fermarsi qui ma procedere verso il Nord Europa dove vengono facilmente riconosciuti come rifugiati. Molti sono gli eritrei, in particolare, che hanno parenti in Germania o altri Paesi, e sperano di poterli raggiungere. La diaspora eritrea non è iniziata ieri e infatti gode di attenzione particolare a livello internazionale, cosa che purtroppo è stata dimenticata in questa vicenda. O forse temevano di dovere andare in Albania, questione sulla quale si sta aprendo un'altra polemica (vedi sotto).

"I motivi per andarsene possono essere i più svariati, cambiano da caso a caso - conferma Camillo Ripamonti presidente del Centro Astalli, la struttura dei Gesuiti che si occupa di migranti, profughi, rifugiati e richiedenti asilo -. Dipende anche da che tipo di centro li sta ospitando, dove è geograficamente collocato, se sta in aperta campagna o in una grande città, qual è la nazionalità dei profughi ospitati, se l'Italia è la meta finale o soltanto un Paese di sbarco e di transito... Difficile ora capire perché questi rifugiati si siano allontanati".

"È allontanamento volontario, non fuga. Si fugge da uno stato di detenzione e non è questo il caso, nessuno vuole rimanere in Italia, si sa", dice il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu. Che aggiunge: "Queste persone davanti ad una situazione di affidamento o prima o dopo avrebbero potuto scegliere di allontanarsi volontariamente" perché la struttura che li accoglie non ha il compito di trattenerli". I migranti della Diciotti che si sono resi irreperibili, già al centro di Rocca di Papa e in alcuni casi successivamente nelle strutture di accoglienza delle diocesi, ovunque verranno trovati, in Italia o anche all'estero, "potranno chiedere asilo ricominciando quella procedura che era stata avviata nelle nostre strutture, a partire dal centro di accoglienza straordinaria".

C'è poi, come accennato, la questione albanese a tenere banco. "Con quale criterio intendete individuare tra le oltre 100 persone sbarcate dalla Diciotti, le 20 da destinare in Albania? Con quale procedura intendete trasferirle? - scrive su Facebook Riccardo Magi, deputato di +Europa e Segretario di Radicali italiani -. Queste le domande che ho posto oggi in Commissione al Ministero degli Interni. Perché nessuna norma nazionale o internazionale prevede che i migranti giunti in Italia siano trasferiti in un paese non appartenente all'UE come l'Albania, contro la loro volontà. E l'articolo 10 della Costituzione tutela quanti vogliono chiedere asilo in Italia. A queste domande non ho ricevuto alcuna risposta, se non un generico richiamo a un'interlocuzione in corso con le autorità albanesi e al fatto che l'Albania sia considerato un paese sicuro. Questo Governo sta inaugurando delle prassi che travolgono le norme e di questo dovrebbero essere preoccupati tutti i cittadini, a prescindere da come la pensino sull'immigrazione".


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