giovedì 7 ottobre 2021
La documentazione di “Lighthouse Report”, il progetto di giornalismo collaborativo nato in Olanda, mostra le operazioni negate in pubblico ma finanziate ed equipaggiate dai bilanci dell'Unione
Le prove dell'operazione segreta per respingere i profughi dall'Ue
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Da lontano i suoni che arrivano dalla foresta al confine tra Croazia e Bosnia sembrano quelli di una battuta di caccia. I passi affrettati di chi insegue, la preda che cerca scampo gettandosi nel torrente. Fino a quando il guaito non ha un volto, ed è il lamento di un uomo, e poi di altri ancora. Ad attenderli per l’ultima bastonata prima del confine da percorrere a ritroso è un individuo incappucciato, in tuta scura, armato di “tonfa”, il manganello in dotazione alla polizia di Zagabria.

Eccole le prove che la Croazia e l’agenzia europea per i confini (Frontex) hanno sempre negato. Mesi fa quando il lavoro di alcune testate internazionali, tra cui Avvenire e The Guardian, aveva mostrato i segni delle sevizie sui corpi di afghani, iracheni, siriani, e perfino i pannolini strappati ai neonati in mezzo alle neve, le teste rotte, le gambe spezzate, Zagabria aveva negato. E anche davanti alle nostre immagini con la polizia in tenuta antisommossa che catturava una famiglia di profughi e la caricava su un furgone con i sedili d’acciaio, le catene e neanche i finestrini, il governo aveva voluto sentire ragione. Anni di circostanziato lavoro di “Border violence monitoring” erano stati bollati come privi di credibilità.

Ora questa documentazione congiunta di “Lighthouse Report”, il progetto di giornalismo collaborativo nato in Olanda, non lascia scampo agli sceneggiatori di improbabili alibi. Il filmato, montato da Avvenire ma i cui vari spezzoni sono a disposizione di tutti sui social network di “Lighthouse”, ha subito verifiche forensi per rintracciare con precisione i luoghi, i mezzi utilizzati, la dinamica dei “pushback”, i respingimenti vietati dalle convenzioni internazionali.

Sono immagini dell’estate appena trascorsa, quando i talebani si stavano prendendo l’Afghanistan e la comunità internazionale a parole approva le braccia ai profughi. “I governi dell'Ue - scrive Lighthouse - negano l'esistenza di una violenta campagna condotta da uomini a volto coperto per respingere i richiedenti asilo alle frontiere dell'Unione”. Ma l’esito dell’inchiesta giornalistica “smaschera questi gruppi, rivela chi li comanda e li finanzia. Il nostro report - aggiungono i giornalisti - mostra che queste “forze clandestine” non sono vigilanti mascherati, ma unità di polizia che riferiscono ai governi dell'Ue. Le operazioni sono negate in pubblico ma finanziate ed equipaggiate dai bilanci dell'Unione Europea”.

Gli "eserciti ombra" sono stati individuati non solo in Croazia, ma anche in Romania e Grecia grazie al lavoro congiunto di varie testate tra cui Der Spiegel, Ard, Novossti e la Televisione Svizzera.

Da anni i profughi denunciano di venire torturati e depredati di denaro, documenti, telefoni, perfino i quaderni dei bambini. E le foto di una discarica tra i campi minati, eredità del conflitto jugoslavo, dove vengono ammassati gli effetti personali lo confermano.

Lighthouse Report

Lighthouse Report

In Croazia, gli agenti “hanno usato un tipo specifico di manganello, chiamato “Tonfa”, con il quale hanno picchiato i richiedenti asilo afghani e pakistani”. Complessivamente le riprese hanno permesso di documentare 11 respingimenti violenti.

L’inchiesta giornalistica è stata favorita dalle testimonianze di alcuni whistleblowers, informatori dall’interno delle autorità che hanno rivelato il nome in codice delle operazioni di cattura, linciaggio e respingimento: “Koridor”.

Il governo croato ha istituito un meccanismo di monitoraggio indipendente, una condizione imposta per ottenere il finanziamento Ue, allo scopo di sorvegliare le attività della polizia alle frontiere. Quasi metà delle organizzazioni “indipendenti” incaricate del monitoraggio ricevono finanziamenti dal ministero dell'Interno di Zagabria.

Commissaria Ue: «La Croazia deve indagare». Il premier ordina un'inchiesta

Le notizie pubblicate dai media europei «sono scioccanti: chiaramente occorre un’indagine». È la reazione della commissaria Ue agli Interni, Ylva Johansson. «Sembrano esserci prove convincenti – aggiunge Johansson – di un uso improprio dei fondi europei, che deve essere approfondito». La commissaria si è detta «molto preoccupata» e ha annunciato un faccia a faccia con il ministro alla Migrazione greco, e quello degli Interni croato. «Queste notizie scioccanti – commenta Dunja Mijatovic, commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa – si aggiungono alla lunga serie di rapporti sull’inaccettabile normalizzazione dei respingimenti e della violenza contro richiedenti asilo e migranti».

In serata poi, è giunta la notizia che il premier croato Andrej Plenkovic ha ordinato «un’inchiesta dettagliata e approfondita» sulla vicenda.

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