venerdì 3 gennaio 2020
I flussi delle persone in fuga da guerre, dittature e fame continuano e si spostano. La rotta più seguita è quella balcanica. Quadruplicati i profughi che tentano di attraversare la Manica
Migranti soccorsi dalle autorità spagnole sbarcano ad Algeciras il 2 gennaio 2020

Migranti soccorsi dalle autorità spagnole sbarcano ad Algeciras il 2 gennaio 2020 - (Ansa / Epa)

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Non si sa se è affondata o se è stata intercettata e riportata in Libia. Il 2020 nel Mediterraneo inizia così: con una barca di cui non si hanno più notizie dal 29 dicembre. L’imbarcazione, con a bordo 45 persone era stata segnalata da un pescatore di fronte alla Libia alla Ong Alarm Phone, il 30 dicembre. L’uomo che le aveva avvistate aveva parlato di tempo cattivo e di onde altissime. Era riuscito anche a parlare con i profughi che gli avevano detto di non poter chiamare i soccorsi, che il motore era in avria e le onde altissime. All’allarme lanciato dal numero di emergenza auto-organizzato dalla rete di attivisti europei sono scattate le ricerche in mare. «La Sea Watch3 – informa la Ong tedesca, in questi giorni in mare con una nave di ricerca e soccorso – ha proseguito invano le ricerche mentre a causa delle condizioni meteorologiche il nostro aereo Moonbird non ha potuto volare. Speriamo che le 45 persone siano state soccorse».

Tutti sperano che la barca non sia naufragata. Che le 45 persone a bordo siano ancora vive e possano ancora essere salvate. «Abbiamo parlato con la guardiacostiera, le autorità in Libia, le organizzazioni internazionali e con il nostro testimone. Nessuno sa cosa sia successo a questa barca. Temiamo il peggio, ma speriamo che in qualche modo siano salvi» scrive su Twitter Alarm Phone.

E proprio ieri, al largo delle coste pugliesi, la Capitaneria di castrignano del Capo, nel Leccese, ha individuato e soccorso 60 persone a 14 miglia al largo dalla costa di Leuca, in Salento. I migranti - 50
uomini, cinque donne e cinque bambini - erano a bordo di una barca a vela, lunga 13 metri, che navigava con difficoltà a causa del maltempo. I migranti, che secondo i primi accertamenti, sarebbero tutti iracheni,
sono stati trasferiti al Centro di prima accoglienza di Otranto.

Intanto secondo l’ultimo bilancio di attività diffuso dalla Ong che raccoglie gli Sos dal mare dalle imbarcazioni in difficoltà, sono oltre 300 le persone morte solo negli ultimi due mesi (dal 28 ottobre al 22 dicembre); 95 le chiamate di aiuto lanciate dal Mediterraneo, 3.184 migranti coinvolti. Di questi, circa 1.896 hanno raggiunto l’Europa.

Il maggior numero di vittime si registra nel Mediterraneo centrale. «Negli ultimi due mesi – continua Alarm Phone – abbiamo documentato violazioni di diritti umani da parte dell’Unione Europea e dei sui alleati: respingimenti nel Mediterraneo centrale e nell’Egeo, o ritardi nelle operazioni di soccorso».

Sono invece 1.278 (fonte Oim missing migrants) le persone che hanno perso la vita in mare nell’anno che si è appena chiuso, nel tentativo di raggiungere l’Europa. La rotta del mediterraneo centrale (quella che va dalla Libia all’Italia e a Malta) rimane come sempre la più pericolosa, con 743 morti segnalati. La più battuta rimane invece quella dell’Egeo, fra la Turchia e la Grecia (qui in tutto il 2019 sono stati registrati 71 decessi in mare). Nel report di Alarm Phone che fa riferimento al periodo che va dal 28 ottobre al 22 dicembre 2019, nel Mar Egeo sono state segnalate «60 barche in pericolo con circa 1.347 persone». Di queste, 38 barche con circa 834 persone hanno raggiunto la Grecia, mentre 22 barche con circa 513 persone sono state riportate in Turchia. «Temiamo almeno 5 casi di respingimenti illegali», si legge nel documento.

Sono invece complessivamente 125.309 (fonte Unhcr) le persone arrivate in Europa nel 2019. La maggior parte di loro via mare (102.154) lungo la rotta balcanica che rimane quella più battuta via mare e via terra.

Anche nell’Europa del Nord, a dimostrazione che i flussi migratori non si fermano e si spostano malgrado i muri e le mille difficoltà, nel 2019 è quadruplicato il flusso nella Manica. Quasi 2.500 migranti hanno tentato di attraversare il Canale per raggiungere la Gran Bretagna e sono stati salvati in mare in Francia nel 2019, quattro volte di più rispetto all’anno prima (erano stati 586).

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