martedì 31 marzo 2020
La storia del laboratorio sartoriale di inclusione sociale che ha riconvertito la sua produzione in mascherine protettive per la Croce Rossa e il vicino ospedale. A coordinare il parroco di Portosalvo
I locali del laboratorio sartoriale dove i volontari parrocchiani producono le tanto preziose e ricercate mascherine protettive, grazie al supporto e al coordinamento del parroco don Vincenzo Otera

I locali del laboratorio sartoriale dove i volontari parrocchiani producono le tanto preziose e ricercate mascherine protettive, grazie al supporto e al coordinamento del parroco don Vincenzo Otera

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Circa 500 mascherine al giorno: numeri da produzione industriale per un bene prezioso quanto ricercato in questo periodo di pandemia. Eppure l'impegnativa produzione ricade e viene portata avanti in modo volontario dai numerosi parrocchiani della chiesa San Giovanni Paolo II di Portosalvo, a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Tutto si svolge nell'ambito del laboratorio sartoriale di inclusione sociale allestito dentro i locali della parrocchia, con il sostegno e patrocinio dalla stessa Caritas diocesana di Messina.
Da circa una settimana il laboratorio sartoriale ha "riconvertito" le sue creazione e iniziato a lavorare per produrre a pieno ritmo soltanto le tanto preziose e ricercate mascherine protettive.

Come ricordato dal parroco don Vincenzo Otera sono già state fatte le prime consegne all’ospedale Fogliani di Milazzo, alla Croce rossa e alle forze dell’ordine cittadine.


Realizzate anche grazie al prezioso contributo dell'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, guidata da monsignor Giovanni Accolla, le mascherine sono confezionate e vengono consegnate tutte sottovuoto. E vengono donate gratuitamente.

“La cosa più bella di questi giorni è che, nella parrocchia, stiamo collaborando tutti per questa iniziativa, per realizzare le mascherine e regalarle. Tutti i volontari stanno dimostrando cuore e profonda umanità” ha raccontato quasi commosso padre Otera.

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