martedì 19 maggio 2020
I due leader dicono sì al «debito comune» (senza prestiti) agganciato al bilancio Ue e lanciano la 'loro' idea di Recovery fund. Il premier: base da ampliare Lagarde: è ambiziosa. No dall’Austria
La cancelliera tedesca Angela Merkel, videocollegata col presidente francese, Emmanuel Macron.

La cancelliera tedesca Angela Merkel, videocollegata col presidente francese, Emmanuel Macron. - Ansa

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Cinquecento miliardi di euro con emissioni di titoli Ue comuni, destinati ai Paesi più colpiti; e trasferimenti, non prestiti. Eccolo il fondo di ripresa, solidamente ancorato nel bilancio Ue 2021-2027, secondo Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Perché ieri in una video conferenza la cancelliera tedesca e il presidente francese hanno trovato un compromesso tra le istanze del Nord (rappresentato da Berlino) e il Sud (rappresentato da Parigi), che dovrebbe indicare la strada alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in vista della sua presentazione delle proposte sul bilancio e il famoso fondo di ripresa, il 27 maggio. Una proposta definita «ambiziosa e mirata » da Christine Lagarde, presidente della Bce.

«L’obiettivo - ha dichiarato Merkel - è che l’Europa esca rafforzata, unita e solidale da questa crisi», con «uno sforzo straordinario e senza precedenti » di fronte a una crisi, si legge nel documento comune francotedesco, «che non ha paragoni nella storia dell’Ue». Ieri il quotidiano francese « Le Monde » parlava di «rivoluzione». In effetti il compromesso rompe due tabù della Germania. Uno è che la stessa Merkel ha sottolineato che si tratta di «titoli Ue comuni emessi dalla Commissione Europea», una sorta di «eurobond». Il trattato Ue, in verità, lo permette per situazioni di emergenza. L’altro è l’idea che, come ha sottolineato Macron, «i Paesi beneficiari di questi fondi non dovranno rimborsarli». Niente prestiti, dunque. I fondi saranno restituiti non dai Paesi, ma attraverso il bilancio Ue, «nel corso di molti anni», ha precisato Merkel.

«Abbiamo voluto tener conto - ha spiegato la cancelliera - di diverse aspettative: che fosse un importo consistente, che non pesasse sui debiti degli Stati, che andasse in modo specifico a chi è stato più colpito dalla crisi». L’Italia sarà in prima fila, e così i settori particolarmente colpiti come il turismo. In proposito, ieri Merkel ha chiesto un coordinamento europeo delle misure igieniche e delle restrizioni, mentre il suo ministro degli Esteri, Heiko Maas, ha invocato «un processo coordinato e trasparente» per la ripresa del turismo (e il documento franco-tedesco chiede il ritorno alla normalità senza frontiere di Schengen).

Anche la Francia, però, ha dovuto accettare un compromesso: il fondo di 500 miliardi di euro sarà sì in aggiunta ai normali mezzi finanziari del bilancio Ue, ma non sarà, come voleva Parigi, un’entità a sé stante, ma utilizzato nel quadro del bilancio stesso e secondo le sue regole. Il che vuol dire che le sovvenzioni avverranno sulla base dei programmi Ue con specifiche regole da seguire. Non a caso il documento franco- tedesco sottolinea che l’utilizzo di questi fondi richiederà «un chiaro impegno degli Stati membri a una politica di bilancio solida e un’ambiziosa agenda di riforme». Roma comunque è positiva.


Le caratteristiche del Fondo per il rilancio previsto dall’iniziativa franco-tedesca di ieri prevedono che sarà «temporaneo e mirato, nel quadro del prossimo quadro finanziario pluriannuale». Francia e Germania, come da documento diffuso, propongono «di autorizzare la Commissione a finanziare questo aiuto al rilancio con un’emissione di debito comune sui mercati a nome dell’Ue, su una base giuridica che rispetti in pieno il Trattato europeo e i diritti dei Parlamenti nazionali».

I finanziamenti del Fondo avranno un volume e una data di scadenza chiaramente specificati e saranno legati a un piano di rimborso vincolante. Il testo sottolinea poi che «raggiungere una fiscalità equa nell’Ue resta una priorità, in particolare con l’introduzione di una tassazione minima effettiva e di una tassazione equa dell’economia digitale, appoggiandosi idealmente sui lavori dell’Ocse, oltre che sull’applicazione di un quadro comune»

La proposta franco-tedesca è «un buon passo in avanti che va nella direzione sin dall’inizio auspicata dall’Italia» ed «è il frutto del lavoro congiunto con altri partner europei, in primis l’Italia » commentavano ieri fonti di Palazzo Chigi. Per l’Italia, aggiungono, «è un punto di partenza che non deve essere rivisto al ribasso, ma semmai ampliato ». Lo stesso premier Giuseppe Conte, secondo indiscrezioni, è stato in contatto con i due leader attraverso sms. Il problema è che la proposta dovrà essere approvata all’unanimità dai 27 Stati membri insieme al bilancio Ue per i prossimi 7 anni. «Non è un accordo dei 27 - ha precisato Macron - è un accordo franco-tedesco.

Ora è la Commissione che deve presentare la sua proposta». «Accolgo con favore - ha dichiarato Von der Leyen - la proposta costruttiva fatta da Francia e Germania » e «va nella direzione su cui sta lavorando la Commissione ». L’intesa non sarà facile. A giro di posta, ad esempio, il governo austriaco ha già reagito in modo negativo. Il sostegno ai Paesi in difficoltà, ha dichiarato, dovrà avvenire in «prestiti, non aiuti». Una linea che potrebbe esser condivisa dagli altri 'falchi', come Olanda o Finlandia. Del resto il nuovo bilancio Ue, e i 500 miliardi aggiuntivi, dovranno anche esser ratificati da tutti i Parlamenti nazionali dei 27. «Per raggiungere l’intesa - ha ammonito il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel - servirà l’impegno di tutti». Obiettivo: accordo entro fine giugno.

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