giovedì 23 agosto 2018
Una mostra sull'interazione tra Arabi ed Europa e un'altra sui lavori di scavo in Siria. E già si pensa all'edizione 2019 con l'ottavo centenario dell'incontro tra san Francesco e il Saladino
La mostra su Urkesh Siria (Foto Gallini)

La mostra su Urkesh Siria (Foto Gallini)

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C’è molto Oriente al Meeting di quest’anno. Molta Siria, in particolare, ma la prospettiva è ancora più vasta. Si pensa già al 2019, anno in cui cadrà l’ottavo centenario del dialogo tra Francesco d’Assisi e il Saladino: una ricorrenza che qui a Rimini sarà celebrata da una grande mostra, “L’incontro sull’altra riva”, alla quale si sta già lavorando in collaborazione con la Custodia di Terra Santa, l’Ats Pro Terra Sancta e lo Studium Biblicum Franciscanum.

Nel frattempo i visitatori dell’edizione 2018 hanno a disposizione “Arabi ed Europa: interazioni”, interessante percorso curato dagli esperti della Biblioteca di Alessandria sotto il coordinamento di Wael Farouq. In questo contesto si possono apprezzare, per esempio, le analogie fra i tappeti di preghiera anatolici e il cosiddetto “tappeto Hans Holbein”, che deve il nome dal fatto di comparire in alcuni dipinti del grande pittore tedesco. Ma i pannelli della mostra sono ricchi di informazioni anche per quanto riguarda il sistema di scambi di testi, manoscritti, opere a stampa, immagini e rispondenze simboliche che trova una prima sistemazione in età moderna nella Description de l’Égypte pubblicata tra il 1809 e il 1829 sulla scorta del materiale raccolto durante le spedizioni napoleoniche.

Un’impresa dei nostri tempi è quella di cui dà conto un’altra delle mostre del Meeting 2018, suggestivamente intitolata “I millenni per l’oggi” e dedicata ai lavori di scavo condotti nel sito siriano di Tell Mozan, la antica Urkesh, dall’équipe guidata da Giorgio e Marilyn-Kelly Buccellati. Un caso esemplare di “archeologia contro la guerra”, che nei prossimi mesi sarà riproposto a Damasco in occasione della riapertura del Museo nazionale siriano.

Dallo stesso Paese provengono molte delle testimonianze che si stanno susseguendo in questi giorni al Meeting, da quella della cantante Mirna Kassis a quella di Radwan Khawatm, rappresentante dell’Aga Khan Museum di Toronto. Dall’Iraq arriva invece padre Georges Jahola, che insieme con il nunzio apostolico della regione, monsignor Alberto Ortega Martín, racconta il ritorno dei cristiani a Qaraqosh dopo la ritirata del Daesh (l’incontro è organizzato da Avsi venerdì 24). (LEGGI QUI)

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