domenica 29 marzo 2020
Già mobilitate più di sessanta chiese locali. Il forte impegno anche per i senza dimora
Medici, infermieri e pazienti: ecco gli alloggi offerti dalle diocesi

Reuters

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«Come possiamo aiutare concretamente quanti oggi lavorano quasi ininterrottamente negli ospedali per curare le persone colpite dal coronavirus? ». È la domanda che il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia- Città della Pieve e presidente della Cei, si è posto in questi giorni, come numerosi vescovi italiani. E la risposta della Chiesa sta unendo la Penisola. Sono oltre sessanta le diocesi che hanno offerto le loro strutture per accogliere sia medici o infermieri, sia persone in quarantena, sia senza dimora. Una scelta solidale incoraggiata e sostenuta dalla presidenza della Cei. Come testimonia la scelta di Bassetti che ieri ha siglato un accordo con l’Ordine delle professioni infermieristiche di Perugia che concede cinquanta alloggi di “Villa Sacro Cuore” agli «infermieri assegnati ai servizi Covid-19» in modo da tutelare i familiari.

«È un segno della vicinanza concreta della Chiesa a quanti sono in prima linea, un modo per aiutarli a proseguire con più serenità la loro missione – commenta il presidente della Cei –. Dobbiamo saper coniugare la fede alla carità per alimentare la speranza, soprattutto in questo momento di grande prova».

Oltre a Perugia-Città della Pieve sono ventidue le diocesi (in 11 regioni ecclesiastiche) che hanno offerto alla Protezione civile e al Sistema sanitario nazionale altrettante strutture con oltre 500 posti per gli operatori sanitari. Tra queste Roma (Casa Bonus Pastor) Tivoli e Palestrina, Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Locri-Gerace, Catanzaro-Squillace, Alba, Savona- Noli, Aversa, Albenga-Imperia, Ugento-Santa Maria di Leuca, Rossano- Cariati, Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Genova, Concordia-Pordenone, Mondovì e Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino. La Caritas di Crema. dal canto suo, sta ospitando 25 tra medici e infermieri cubani, oltre a 5 infermieri del sud, in servizio nell’ospedale da campo allestito in città dall’esercito.
Poi ci sono 18 diocesi (in 8 regioni ecclesiastiche) – tra cui Città di Castello, Ferrara-Comacchio o Gaeta – che hanno impegnato più di 25 strutture con 300 posti per le persone in quarantena o dimesse dagli ospedali. E ancora sono 21 le diocesi (in 10 regioni ecclesiastiche) – tra cui Cerignola-Ascoli Satriano, Matera-Irsina, Torino, Pesaro, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Senigallia, Jesi, Fermo, Aversa, Roma, Molfetta-Ruvo-Giovanizzo-Terlizzi – che creato 300 posti per l’accoglienza aggiuntiva dei senza tetto.

Un’attenzione particolare viene rivolta al mondo del carcere e alle condizioni di quanti «Ci sostengono nel nostro impegno le parole del Papa al momento straordinario di preghiera presieduto sul sagrato della Basilica di San Pietro, afferma il vescovo Stefano Russo, segretario generale della Cei, ricordando tutta la gente che «esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità». Per sostenere questa mappa della carità la Caritas italiana ha lanciato la campagna di raccolta fondi “Emergenza coronavirus: la concretezza della carità” che durerà un mese. Per contribuire alla raccolta di Caritas italiana (via Aurelia 796, 00165 Roma) utilizzare il conto corrente postale n. 347013 o donazione online tramite il sito www.caritas.it, o un bonifico bancario.

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