venerdì 26 giugno 2020
Il giovane di Cremona aveva commosso l'Italia perché prima di essere intubato aveva scritto alla madre: non ti lascio sola. Oggi ha sostenuto l'esame di maturità parlando anche della sua malattia
Esame di maturità in una scuola di Genova

Esame di maturità in una scuola di Genova - Ansa

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Prima di essere intubato aveva scritto alla mamma un messaggio: "Stai tranquilla, non ti lascio sola". Per Mattia Guarnieri, il più giovane dei ricoverati lombardi in terapia intensiva, aveva fatto il tifo tutta l'Italia. E oggi il 18enne cremonese ha sostenuto e affrontato un'altra importante prova, questa volta voluta e condivisa con i suoi coetanei: la maturità.

Dall'ospedale Mattia era stato dimesso il 16 aprile scorso, diventando un simbolo della vittoria sulla malattia. "È stata una esperienza molto dura - aveva raccontato poco dopo essere uscito dall'ospedale - ho avuto paura, ma cercavo di non darlo a vedere. Avevo sottovalutato questa malattia. Non pensavo potesse arrivare a tanto. Il giorno più bello? Quando sono uscito dalla terapia intensiva". "Ora - diceva il ragazzo che ha commosso l'Italia - mi aspetta la maturità. Quando potrò incontrare i miei compagni di scuola sarà bellissimo".

E oggi Mattia, camicia bianca, pantaloni marroni, sneakers e mascherina scura, ha sostenuto l'esame all'Ist Torriani di Cremona dove è partito dal motore asincrono (argomento di elettrotecnica) per arrivare a Ungaretti, spiegando di sentirsi come il lupo di mare di Allegria di naufragi, che ritorna alla vita come un superstite. E da qui ha ripercorso la sua esperienza con il Coronavirus. "Potrebbe sembrare strano - ha detto alla Commissione - ma oggi riesco a vedere i risvolti positivi della malattia. Quello che ho vissuto ha rafforzato i miei valori e mi ha aiutato a riscoprire il significato di cose che avevo sempre dato per scontate. Senza poter essere fisicamente vicino ai miei familiari, in ospedale mi sono affidato agli infermieri, che mi hanno restituito un affetto enorme".

Ad accompagnare e sostenere Mattia aspettandolo davanti al cancello c'erano mamma Ombretta, i nonni, alcuni amici, ma anche il dirigente dell'Ufficio Scolastico Territoriale Fabio Molinari, che aveva fatto il tifo per lui durante tutto il periodo in ospedale.

Come è andato l'esame si saprà solo tra qualche giorno, ma Mattia la sua prova più importante l'ha già superata nell'ospedale che lo ha un po' adottato e da dove lo scorso 16 aprile è stato dimesso con un'unica terapia, consigliata non senza commozione, dal dottor Bosio: "Le carezze della mamma". E mamma Ombretta, la cui vita "nel momento del ricovero di Mattia - aveva ammesso - si è fermata", ed era ripresa a fluire solo il 16 aprile, oggi era ancora una volta al fianco del suo ragazzo, a festeggiare sotto una pioggia di coriandoli il nuovo traguardo.

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