giovedì 6 dicembre 2018
Legge di Bilancio rinviata in commissione. Per il ministro Fraccaro: un passaggio per «apportare delle correzioni tecniche». Confermati i tagli all'editoria, ma non a Radio Radicale
Il governo pone la fiducia. Il nodo delle coperture
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È terminato - dopo circa due ore - il vertice di governo a Palazzo Chigi per fare il punto sulla manovra. È stata posta la questione di fiducia alla Camera. Intorno al tavolo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro e il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia. Al vertice non ha preso parte il ministro dell'Economia Giovanni Tria. «È solo una riunione sugli emendamenti, non c'era bisogno della presenza del responsabile di via XX Settembre», spiegano fonti di governo. Tria in tarda mattinata era stato a Palazzo Chigi e già ieri in serata aveva avuto un incontro con il premier.

Nel corso del vertice, si sarebbe trovato l'accordo sulla decisione di ridurre i fondi all'editoria in modo graduale: taglio del 20% nel 2019, del 50% nel 2020 e del 75% nel 2021 fino ad arrivare allo stop definitivo dei fondi nel 2022. La misura, viene spiegato da fonti di governo, sarà introdotta al Senato. Nessun taglio invece per Radio Radicale, continuerà a ricevere 10 milioni all'anno per la trasmissione delle sedute parlamentari, anche se la Rai ha un canale nazionale apposito in Fm e Digitale, "GR Parlamento".

Intanto la legge di Bilancio è stata rinviata in commissione. «È stato disposto il rinvio in commissione della legge di Bilancio per apportare delle correzioni meramente tecniche su indicazione della Ragioneria di Stato e degli uffici del Mef, in seguito ad un esame più approfondito degli emendamenti e delle riformulazioni approvate», spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. «Si tratta semplicemente di un passaggio formale - aggiunge - che verrà espletato in tempi brevissimi, analogamente a quanto già verificatosi in passato».

Terminata la commissione Bilancio della Camera, dove la manovra è tornata a causa di problemi legati alle coperture. Sono stati approvati una quindicina di emendamenti, perlopiù rimodulazioni delle voci di spesa. Il testo è atteso di nuovo in aula alle 18.30. Si potrebbero allungare anche i tempi per l'apposizione della questione di fiducia da parte del governo.

Mentre la Commissione europea aspetta un segnale dall'Italia prima di ufficializzare un incontro tra il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un segnale che ancora non è arrivato, anche se il dialogo è in corso e le cose possono evolvere rapidamente. Questo il messaggio che arriva da Bruxelles nelle ore in cui a palazzo Chigi è in corso un nuovo vertice di maggioranza sulla manovra. La premessa è che in questa fase non è semplice fare commenti perché da Roma arrivano segnali molto diversi e non c'è ancora chiarezza sui contenuti del nuovo eventuale piano di bilancio del governo. La situazione è "fluida": il dialogo è in corso e questo è positivo, ma serve qualcosa di concreto che lo sostenga, è la posizione di Berlaymont riguardo all'annuncio dato ieri da Conte su un faccia a faccia a Strasburgo la settimana prossima con Juncker, in piena plenaria del Parlamento e in ogni caso dopo la riunione del Collegio dei commissari che potrebbe esaminare la eventuale nuova proposta italiana. Il Collegio infatti si terrà nella mattinata di martedì, sempre a Strasburgo, mentre secondo notizie di stampa italiana l'incontro Juncker-Conte sarebbe previsto per martedì all'ora di cena.

Altre fonti fanno notare l'irritualità di un vertice all'Europarlamento nei giorni in cui è in corso la seduta
dell'assemblea. E per ora non è chiaro nemmeno il formato: sarà un bilaterale o al tavolo siederanno anche il ministro Tria e i commissari come alla cena del 24 novembre? «Non possiamo confermare l' incontro» dicono intanto ufficialmente i portavoce di Bruxelles, confermando comunque la telefonata di ieri tra il premier e il presidente della Commissione e facendo presente che una riunione può essere organizzata rapidamente. Già domani quando sarà ufficializzata l'agenda di Juncker si potrebbe sapere qualcosa di più. È possibile anche che l'incontro possa tenersi a Bruxelles anziché a Strasburgo: soluzione più facile dal punto di vista logistico e organizzativo. La premessa comunque rimane: un incontro del genere sarebbe produttivo se ci fosse qualcosa di concreto su cui discutere. Quanto ai contenuti, la posizione della Commissione sulla manovra del governo Conte è chiara ed è stata ribadita pubblicamente più volte: Bruxelles chiede una "correzione sostanziale" del percorso di bilancio dell'Italia e l'impegno del governo a mettere in campo un miglioramento del deficit strutturale, anche minimo. Ancora oggi Pierre Moscovici è
tornato a chiedere il «rispetto delle regole»: ovvero un aggiustamento del deficit calcolato al netto delle una tantum e del ciclo economico.

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